Cambiamento climatico e parassiti: la crisi del sughero in Sardegna colpisce l'economia locale

Cambiamento climatico e parassiti: la crisi del sughero in Sardegna colpisce l’economia locale

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Cambiamento climatico e parassiti: la crisi del sughero in Sardegna colpisce l'economia locale - Gaeta.it

La Sardegna sta vivendo una crisi senza precedenti nella filiera del sughero, un settore chiave per l’economia regionale. Gli effetti del cambiamento climatico, in particolare la siccità, gli incendi e l’invasione di parassiti, stanno mettendo a serio rischio le piantagioni di sughero, un elemento fondamentale per l’ambiente e le risorse economiche dell’isola. Questo articolo analizza la situazione attuale, le sue cause e le possibili soluzioni per un problema che colpisce non solo i produttori locali, ma anche il fragile ecosistema sardo.

La situazione attuale del sughero in Sardegna

Le campagne sarde, che si estendono per oltre 140mila ettari di boschi di quercia, rappresentano l’83% della produzione di sughero in Italia. Tuttavia, queste aree stanno affrontando un fenomeno preoccupante: il deperimento delle piante, che porta alla morte progressiva degli alberi. Questa crisi ha un impatto diretto sull’economia locale, poiché il settore del sughero rappresenta la seconda filiera produttiva più importante della Sardegna, con un valore stimato di circa 150 milioni di euro.

L’importanza del sughero non può essere sottovalutata; esso non solo è un prodotto richiesto in tutto il mondo per i suoi molteplici usi, ma è anche fondamentale per l’ecosistema locale. Gli incerti sviluppi climatici e le avversità ambientali espongono quest’area a un grave rischio, compromettendo il futuro economico di molte comunità sarde. Senza un intervento tempestivo e mirato, la crisi potrebbe aggravarsi ulteriormente.

Cause del deperimento del sughero

Il fenomeno del deperimento delle piante di sughero è conseguenza di un mix di fattori complessi. Cambiamento climatico, siccità e incendi stanno già infliggendo danni significativi. A questi si aggiungono le problematiche legate all’invasione di specie di parassiti, in particolare di microorganismi alieni come quelli appartenenti al genere Phytophthora. Questi patogeni hanno già iniziato a diffondersi in diversi territori, non solo nella Gallura, ma anche in altre importanti aree come il Nuorese, la Baronia e la Marmilla.

Quirico Migheli, professore ordinario alla facoltà di Agraria dell’Università di Sassari, spiega come l’arrivo di queste specie di microorganismi, un tempo assenti in Sardegna, sia dovuto a diverse attività, comprese quelle vivaistiche. Tali patogeni possono attaccare una vasta gamma di vegetazione, dalla sughera al leccio e persino al pero selvatico. La gravità della situazione richiede un’attenzione collettiva e una risposta rapida da parte delle istituzioni.

Iniziative per la salvaguardia del settore

In risposta alla crisi, i produttori e le organizzazioni di categoria stanno sollecitando l’intervento delle istituzioni, compresa la Regione e le università, per affrontare questa emergenza. Il Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari e l’Agenzia Agris hanno già iniziato ricerche scientifiche per monitorare il deperimento delle piante e individuare le cause precise dietro a questo fenomeno accelerato.

L’intento del gruppo di lavoro è quello di creare mappe di rischio e di distribuzione dei focolai causati dagli effetti dei microorganismi alieni. Le analisi verranno condotte per determinare la gravità del problema in varie località e su differenti specie vegetali. Un intervento tempestivo è essenziale non solo per salvaguardare le culture di sughero, ma anche per proteggere le essenze autoctone dell’ambiente Mediterraneo e contrastare il rischio di desertificazione.

L’importanza di affrontare questa crisi non si limita alla filiera economica; la salvezza delle piante di sughero è cruciale per preservare la biodiversità dell’isola e per garantire la salute del territorio. Solo unendo le forze e impegnandosi per una risposta decisa si potrà sperare di invertire questa tendenza negativa e proteggere un patrimonio naturale e culturale inestimabile.

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