A Milano è stata recentemente lanciata la campagna “Non è il cibo il mio disturbo alimentare”, un’iniziativa che punta a cambiare la narrativa attorno ai Disturbi del Comportamento Alimentare . Ideata e coordinata da Ambra Angiolini, in collaborazione con Animenta e il marchio Nutricia Fortini di Danone, la campagna tenta di far luce sull’aspetto emotivo e psicologico di queste patologie, sottolineando che i DCA non riguardano esclusivamente il cibo.
L’obiettivo della campagna
La campagna vuole sensibilizzare la società a comprendere che i DCA non possono essere risolti semplicemente cambiando le abitudini alimentari. Comporta un approccio che metta al centro le emozioni delle persone affette da tali disturbi. Beatrice Fiorentini, protagonista della campagna, apparecchia una tavola simbolica durante lo spot: una tavola che rappresenta un mix di autodismetia e paura nel trovare il proprio posto in una vita che pare sempre inadeguata. L’immagine rappresenta il profondo sentimento di crisi interiore che accompagna chi soffre di questi disturbi.
La campagna ribalta la narrazione prevalente, troppo spesso centrata sull’estetica della malattia. Ora si propone di offrire uno spazio di dignità e rispetto a chi vive, quotidianamente, il peso di un disturbo alimentare. La rappresentazione intende comunicare che l’intervento non deve limitarsi a tavola, ma deve abbracciare una trasformazione più profonda e complessa.
Il confronto e il supporto alle famiglie
Durante la presentazione presso la Sala Astra del Cinema Anteo di Milano, esperti nel campo dei DCA hanno discusso le strategie da adottare per fornire supporto alle famiglie. Si è approfondita l’importanza di strumenti nuovi e alternativi affinché ciascuno possa trovare il proprio posto “a tavola”, non solo in riferimento al cibo, ma anche alle relazioni emotive e sociali. Questa iniziativa ha avuto un’alta partecipazione da parte di scuole, famiglie e soggetti attivamente coinvolti da disturbi alimentari e coloro che offrono sostegno a chi ne soffre.
Accanto alla visione clinica, i laboratori “Tracce d’amore” sono stati elaborati per consentire ai partecipanti di esplorare la loro creatività come forma di espressione e sostegno, creando così una rete di condivisione e comprensione reciproca. Attraverso l’arte, la musica e la scrittura, questi laboratori aspirano a integrare diversi approcci terapeutici, permettendo ai partecipanti di affrontare le difficoltà emotive con un nuovo strumento di comunicazione.
A fianco di Animenta: una collaborazione per il cambiamento
Danone Italia, attraverso Nutricia Fortini, si è impegnata a sostenere Animenta e l’iniziativa di Angiolini, promuovendo una nuova conversazione sui DCA. Puntando a contrastare stereotipi e pregiudizi, la campagna aspira a connettere il pubblico con le reali esperienze di chi soffre.
Considerando l’attuale diffusione dei DCA, è cruciale porre attenzione su questa problematiche comune, spesso trascurata. Qui entra in gioco la collaborazione con Animenta, che ha dato vita ai “Laboratori dell’Anima”, un programma che offre un ambiente sicuro in cui circa 150 giovani possono esprimere se stessi e connettersi con altri attraverso attività artistiche, migliorando così l’autoconsapevolezza.
Importanza del supporto nutrizionale e intervento multidisciplinare
La divisione Nutrizione Specializzata di Danone, slogan “Serviamo la vita”, si dedica a soddisfare le specifiche esigenze nutrizionali delle persone lungo tutto l’arco della vita. Nutricia Fortini, in particolare, gioca un ruolo chiave nel fornire sostegno nutrizionale in contesti di terapia psiconutrizionale per i DCA, come nel caso di pazienti affetti da anoressia.
Durante l’evento di lancio, molti esperti clinici hanno partecipato al dibattito sugli approcci più efficaci per affrontare i disturbi alimentari, evidenziando la necessità di un metodo integrato. I medici hanno ribadito l’importanza di un trattamento olistico che consideri l’individuo nella sua totalità, includendo mente e corpo.
Ulteriori contributi specialistici hanno messo in luce l’efficacia di metodi come il MANTRA, che si concentra più sulla gestione dei fattori cognitivi ed emotivi piuttosto che sul rapporto con il cibo. Nuovi modelli terapeutici emersi dall’analisi di esperienze vissute permettono una maggiore comprensione della sofferenza invisibile associata ai DCA.
Lavorare in un contesto multidisciplinare consente di abbracciare vari aspetti della cura, integrando terapia psiconutrizionale con forme di espressione artistica. Questa unione di visioni e strategie incarna l’importanza di un approccio che dia voce alle sofferenze silenziose di molte persone e famiglie colpite. La campagna “Non è il cibo il mio disturbo alimentare” si propone di continuare su questo cammino, stimolando riflessioni e azioni concrete per affrontare il fenomeno dei DCA nella nostra società.
Ultimo aggiornamento il 23 Novembre 2024 da Elisabetta Cina