Campagna nazionale contro la Pas: il Protocollo Napoli si mobilita per tutelare le vittime di violenza

Campagna nazionale contro la Pas: il Protocollo Napoli si mobilita per tutelare le vittime di violenza

La campagna contro l’alienazione parentale in Italia, promossa dal Centro Studi Protocollo Napoli, mira a proteggere le donne vittime di violenza e contrastare pratiche giuridiche dannose nei tribunali.
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Campagna nazionale contro la Pas: il Protocollo Napoli si mobilita per tutelare le vittime di violenza - Gaeta.it

La campagna contro la Pas, o alienazione parentale, si è intensificata con una raccolta firme avviata in tutta Italia. Il 16 gennaio, a Roma, si è svolta la presentazione ufficiale della campagna presso l’agenzia Dire. Questa iniziativa è stata promossa dal Centro Studi Protocollo Napoli, un gruppo di esperti engagati nella lotta contro la violenza di genere. L’attenzione è rivolta alla grave problematica della rivittimizzazione secondaria, in particolare nei casi in cui le donne vittime di violenza si trovano a fronteggiare accuse infondate riguardanti il loro ruolo materno. L’incontro ha visto la partecipazione anche di organizzazioni attive nel settore, come Differenza Donna, in rappresentanza della quale c’era la presidente Elisa Ercoli, e la partecipazione di altre figure significative del panorama femminista e legislativo.

La campagna di Protocollo Napoli

Il progetto di Protocollo Napoli ha ottenuto il sostegno di Reem Alsalem, relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla violenza contro le donne. La campagna si propone di combattere una prassi che dura da tempo e che, attraverso un intricato sistema giuridico, induce i tribunali a considerare le donne vittime di violenza come responsabili di comportamenti dannosi nei confronti dei propri figli. Un fenomeno pericoloso, dove le madri, da vittime, vengono trasformate in carnefici. Questo processo spesso porta alla rimozione della custodia dei minori a causa di lunghe e complicate perizie psicologiche. La campagna mira a contrastare pratiche di rivittimizzazione, evidenziando come l’alienazione parentale sia una strategia sofisticata utilizzata nei tribunali, in grado di danneggiare ulteriormente le già vulnerabili donne coinvolte. A tal proposito, il gruppo di esperti ha elaborato un manifesto di buone pratiche per gestire la violenza all’interno delle aule di giustizia. Nei prossimi mesi, sono previsti eventi con istituzioni e associazioni, con l’obiettivo di promuovere l’esclusione della Pas dal sistema giudiziario e di fermare il trattamento forzoso di riavvicinamento dei minori a genitori denunciati per violenza.

Le attiviste e l’estensione della campagna

La lotta contro l’uso della Pas non si limita ai confini nazionali. La direttrice Elvira Reale ha fatto notare che Protocollo Napoli ha raccolto testimonianze da esperti di tutto il mondo, rivelando che la battaglia contro l’alienazione parentale è stata attuata in ben 18 Paesi. La questione è che l’alienazione parentale non è una teoria scientifica, ma piuttosto una strategia giuridica utilizzata per screditare le donne che denunciano abusi. Questa prassi ha trovato resistenza in diverse sentenze della Cassazione, ma continua a mantenere un forte impatto negativo sulla lotta contro gli abusi. Le controaccuse nei tribunali spesso trascendono le denunce delle donne, influenzando in modo sfavorevole la percezione della giustizia e creando una barriera all’accesso delle donne ai sistemi di protezione. Questo scenario determina una disaffezione verso le istituzioni giudiziarie, rendendo difficile per le donne denunciare le violenze subite.

La commissione d’inchiesta sui femminicidi

Valeria Valente, già presidente e ora membro della commissione parlamentare d’inchiesta sul Femminicidio, ha riferito che sono stati fatti progressi significativi. Nella recente riforma del processo civile, è stato introdotto un principio chiaro: presso i tribunali non possono essere utilizzate teorie non accettate dalla comunità scientifica internazionale, e la Pas è stata esplicitamente menzionata. Questo cambiamento rappresenta un passo avanti nella battaglia legale contro l’abuso dell’alienazione parentale e segna un tentativo di fornire un contesto di maggiore protezione alle vittime.

Le iniziative a supporto delle donne

Differenza Donna, come ha sottolineato la presidente Elisa Ercoli, è da tempo attiva nel sostenere le donne a liberarsi dalla violenza maschile. Le teorie non scientifiche, come l’alienazione parentale, sono state utilizzate come strumenti per ostacolare questo processo. L’intervento delle istituzioni e delle associazioni femminili è cruciale nel riaffermare i diritti delle donne e dei bambini, rendendo indispensabile un approccio coordinato. Lavorare per garantire un’accettazione universale dei diritti umani è essenziale per creare un ambiente in cui le vittime possano sentirsi sicure nel denunciare gli abusi. È fondamentale che i modelli di protezione non siano disomogenei, ma facciano parte di un sistema integrato di assistenza.

Ultimo aggiornamento il 16 Gennaio 2025 da Donatella Ercolano

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