Il Canada si trova al centro della scena internazionale con l’apertura dell’evento G7 dedicato ai ministri degli Esteri, che si svolgerà fino a venerdì a Charlevoix, in Quebec. Questo evento segna anche la prima iniziativa sotto la nuova presidenza canadese, che ha preso il testimone dall’Italia. In un clima di incertezze dovute a minacce di tariffazioni da parte degli Stati Uniti, il Canada affronta questo appuntamento impiegando una nuova leadership politica. Dopo la recente elezione di Mark Carney, ex governatore della Banca centrale, a capo del Partito Liberale, il scenario politico ha assunto un’aria di rinnovamento.
Il dossier ucraino: le sfide nella gestione dei rapporti tra Usa e Europa
All’Hotel Fairmont Le Manoir Richelieu, un emblematico gioiello dell’architettura ottocentesca, i ministri degli Esteri delle principali economie mondiali si riuniranno per discutere principalmente la complessa situazione in Ucraina. L’invasione russa ha profondamente incrinato i rapporti tra Europa e Stati Uniti, creando una distanza mai vista prima, soprattutto con l’attuale ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. Per Marco Rubio, segretario di Stato americano, questo G7 rappresenta un’importante opportunità di rinnovare i dialoghi e le strategie globali, dopo un incontro del tutto informale tenutosi a Monaco sull’argomento.
Rubio giungerà a Charlevoix dopo aver incontrato una delegazione ucraina in Arabia Saudita, un evento fondamentale per rimettere in carreggiata le relazioni tra gli Stati Uniti e Kiev, fortemente testate dalle tensioni interne e un inaspettato scontro tra Trump e Zelensky. In questo contesto, gli Stati Uniti sono riusciti a ottenere un sì da parte ucraina per una tregua di 30 giorni. Tuttavia, il percorso verso la pace appare ancora lungo e difficile.
Riammissione della sicurezza europea: gli investimenti e le divergenze tra i leader
La vigilia del G7 ha sottolineato precisi sviluppi anche sul versante europeo. Il dibattito attuale la sicurezza dell’Europa, messo alla prova dalle sfide derivanti dalle imprevedibili politiche americane. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, ha dichiarato che l’Unione Europea metterà a disposizione un pacchetto di investimenti da 800 miliardi di euro per potenziare la propria difesa. Antonio Tajani, ministro degli Esteri italiano, ha affermato che sarà essenziale trovare strade alternative per garantire la sicurezza del continente, compresa l’Ucraina, enfatizzando un approccio che non deve necessariamente passare per una corsa agli armamenti.
Il piano di riammissione dell’Europa richiede anche di risolvere diverse questioni pratiche, come il finanziamento delle varie proposte e le divergenze di opinione rispetto all’invio di truppe in Ucraina. Paesi come Gran Bretagna e Francia si mostrano aperti a questa possibilità , mentre Tajani e il governo italiano prediligono un’iniziativa sotto egida dell’Onu. Rimane alto il timore di percussioni negative in seguito a un eventuale invio di soldati italiani, tema ancora prematuro da discutere per il quadro politico attuale.
Focus su Gaza e le tensioni commerciali: gli altri dibattiti del G7
All’interno della prestigiosa sede del G7, i capi delle diplomazie dei Sette Grandi dovranno confrontarsi anche con la crisi di Gaza e le attuali tensioni commerciali favorite dal dazio imposto da Trump. Per quanto riguarda il conflitto palestinese, le recenti trattative pare stiano approdando a una fase di stallo. Israele e Hamas sono fermi nei loro obiettivi: gli israeliani cercano di prolungare l’accordo per il cessate il fuoco per liberare ostaggi, mentre Hamas punta a un ritiro totale delle forze israeliane dalla Striscia. La comunità internazionale, compresi paesi europei, sta seguendo la situazione con attenzione, soprattutto alla luce delle dichiarazioni di Trump, pronto a riaprire la questione sull’assetto della zona.
Parlando di dazi, il tema preoccupa gli stati europei che temono l’escalation delle tensioni commerciali con Washington. Tajani anticipa l’annuncio di contromisure italiane, evidenziando un clima di inquietudine generalizzato. Il Canada, in particolare, è coinvolto in una seria contesa con gli Stati Uniti. Alle minacce di Trump di trasformare il Canada nel 51° stato americano, Mark Carney ha risposto con fermezza, esortando a non commettere errori anche nel commercio, utilizzando la metafora dell’hockey per evidenziare la necessità di una strategia vincente.
- mentre le elezioni in Canada si avvicinano, il clima di tensione generato da Trump ha dato nuovo slancio al Partito Liberale, diminuendo le probabilità di una vittoria conservatrice. La sfida per Carney è quella di mantenere coeso il consenso popolare di fronte alle incertezze politiche e commerciali. Il suo primo passo sarà affrontare i temi caldi in discussione durante questo G7, dove l’efficacia della diplomazia del Canada cercherà di fare la differenza su scala globale.