La mattina del 2025 alla reggia di Venaria sembrava seguire un ritmo sereno e tranquillo, tipico della primavera. Nell’ambito della giornata dedicata a “Libera la natura”, evento volto a celebrare il rapporto tra uomo e ambiente, la tranquillità è stata interrotta da un episodio inaspettato che ha catturato l’attenzione di visitatori e operatori sul posto. Un capriolo, finito per errore in una vasca d’acqua, ha rischiato di annegare fino all’intervento tempestivo delle autorità e dei soccorritori. Questa situazione mette in luce la convivenza spesso delicata tra elementi naturali e spazi storici frequentati dall’uomo.
La scoperta dell’animale in difficoltà nella peschiera della reggia di venaria
All’alba del giorno dell’evento, mentre i cancelli della reggia erano ancora chiusi al pubblico, un capriolo si è avventurato all’interno del complesso di Venaria. Spinto probabilmente dalla fame o dalla curiosità, l’animale ha attraversato in modo silenzioso i prati e i viali ancora desolati, arrivando fino alla peschiera – un bacino d’acqua inserito nel paesaggio dei giardini storici. In quel luogo, il capriolo ha subito una disavventura: è caduto nella vasca, che presenta pareti scivolose e alte e non offre alcun appiglio per risalire.
Le sue corna sono rimaste a pelo d’acqua, ma il corpo immerso e stremato lo hanno resa la scena di uno scontro tra istinto di sopravvivenza e confusione. Nessuno si aspettava di trovare un animale selvatico in una situazione simile, ma la presenza silenziosa e discreta del capriolo lo ha fatto individuare da un operatore addetto alla manutenzione, impegnato nei controlli mattutini. Questi ha notato strani movimenti dentro la peschiera e ha lanciato l’allarme. L’evento ha spezzato la calma iniziale e ha mobilitato subito i responsabili della reggia.
L’intervento delle autorità e la gestione dell’emergenza
Le autorità locali e gli addetti alla sicurezza della reggia di Venaria sono intervenuti rapidamente. Le guardie del Parco della Mandria, esperte nella gestione di fauna selvatica, hanno preso in carico la situazione, coadiuvate dai vigili del fuoco della zona. Quest’ultimi sono arrivati con attrezzature specifiche per il soccorso, tra cui corde e reti, fondamentali per una manovra delicata visto lo stato di spossatezza e agitazione dell’animale.
La priorità è stata calmare il capriolo senza causargli ulteriori stress o traumi. I soccorritori hanno mantenuto un profilo basso, limitando i rumori e muovendosi lentamente per non farlo scappare o farsi male. Per ore, la pazienza è stata la risorsa principale, con continui tentativi di trovare una soluzione che potesse far uscire il capriolo dall’acqua in sicurezza. Nel frattempo, i visitatori, svegliati da quanto accadeva, osservavano a distanza cercando di non intralciare gli interventi.
Le fasi dell’operazione hanno richiesto attenzioni meticolose e il coinvolgimento di più figure, perché l’animale era visibilmente fragile. La peschiera, pur splendida esteticamente, si è rivelata un pericolo inatteso per la fauna selvatica, mettendo in evidenza come ambienti creati per il piacere umano possano trasformarsi in ostacoli per gli animali che li attraversano.
Il salvataggio del capriolo e il suo ritorno al parco della mandria
Dopo diverse ore, grazie all’azione congiunta di vigili del fuoco e guardie del parco, il capriolo è stato estratto dalla peschiera. L’animale mostrava segni di forte stanchezza ma fortunatamente non riportava ferite evidenti. È stato subito avvolto in coperte termiche per proteggerlo dal freddo accumulato nell’acqua gelata e per stabilizzare le sue condizioni fisiche più vulnerabili.
Subito dopo il salvataggio è stato trasportato con tutte le cure necessarie verso il parco della Mandria, a pochi chilometri dalla reggia. Questo territorio, più adatto al capriolo, rappresenta l’habitat naturale dove potrà riprendersi e muoversi in libertà. L’evento ha sottolineato quanto sia delicato il rapporto tra la natura e le realtà umane, anche in contesti protetti o apparentemente controllati.
Il gesto umano che ha salvato il capriolo si lega indissolubilmente all’idea dell’evento “Libera la natura”, facendone emergere una dimensione concreta, fatta di cura e rispetto per ogni essere vivente. L’episodio, non previsto nel programma, ha rotto l’ordine tranquillo della mattina con un messaggio forte: la natura ha bisogno di attenzione attiva, soprattutto quando la sua presenza si manifesta in modo improvviso e fragile.