Il carcere di Tolmezzo, situato in provincia di Udine, accoglie attualmente 147 detenuti, di cui 17 soggetti al regime di alta sicurezza 41 bis. Nonostante la struttura sia progettata per ospitare fino a 149 detenuti, l’analisi condotta da Nessuno Tocchi Caino evidenzia un sovraffollamento relativo, con 123 detenuti nelle sezioni destinate all’alta sicurezza. Le condizioni di vita all’interno del penitenziario sollevano preoccupazioni serie, esponendo le fragilità del sistema carcerario.
Sovraffollamento e condizioni di vita nel penitenziario
I numeri del carcere
Il carcere di Tolmezzo presenta una situazione complessa dal punto di vista del sovraffollamento. Sebbene il numero totale di detenuti non superi la capacità massima della struttura, si registra un incremento nelle sezioni destinate all’alta sicurezza. Con 123 detenuti su 100 posti disponibili, emerge un sovraffollamento che potrebbe compromettere la qualità delle condizioni di vita all’interno del penitenziario.
Criticità dei servizi e delle strutture
La visita effettuata da una delegazione di Nessuno Tocchi Caino ha reso evidente che il carcere di Tolmezzo affronta diverse difficoltà strutturali. La mancanza di comfort essenziali, come la disponibilità di acqua calda nelle celle, rappresenta un problema significativo. Le celle, infatti, sono dotate di bagni angusti e privi di doccia interna, costringendo i detenuti a lungo periodi senza una adeguata igiene personale. Una situazione contraddittoria si presenta nel settore della barberia, dove è possibile trovare acqua calda, ma non nelle celle; questo squilibrio è fonte di frustrazione tra i detenuti.
Il personale: sotto organico e in difficoltÃ
La forza operativa della polizia penitenziaria
Nell’occasione della visita, è emerso che la polizia penitenziaria del carcere di Tolmezzo è composta da un numero di agenti corrispondente alla pianta organica ufficialmente prevista. Tuttavia, si segnala una carenza di alcune figure professionali fondamentali: gli ispettori sono in sotto organico del 14,29%, i sovrintendenti del 78,57% e i commissari del 66,67%. Questa riduzione nelle forze operative può influenzare negativamente la sicurezza e la gestione della struttura carceraria.
Importanza del personale educativo
Il settore educativo del carcere, composto da cinque educatori, mantiene standard proporzionati alla pianta organica, ma rimane vulnerabile alle difficoltà legate alla carenza del personale chiave. Gli educatori giocano un ruolo essenziale nel percorso di riabilitazione dei detenuti, e la loro presenza è fondamentale per garantire attività significative all’interno del penitenziario. La carenza di professionisti in altre aree potrebbe ridurre l’efficacia del sistema educativo attuato nel carcere.
Problematiche relative al regime 41 bis
I detenuti in regime di alta sicurezza
Uno dei principali problemi individuati dall’associazione è legato ai detenuti soggetti al regime di alta sicurezza 41 bis. Questi detenuti, nonostante abbiano già scontato la loro pena, restano sottoposti a una misura di sicurezza che preclude loro di accedere ad opportunità di lavoro e reinserimento. Le continue avversità meteorologiche, che rendono non funzionante la serra del carcere, privano i detenuti di importanti forme di occupazione, aprendo interrogativi sulle condizioni di vita in regime di restrizione.
Richieste di revisione della misura di sicurezza
Nessuno Tocchi Caino lamenta che sia inaccettabile continuare ad applicare la misura di sicurezza della casa lavoro a chi risulta inabile al lavoro, come dichiarato dalle autorità sanitarie. Questa situazione evidenzia un apparente discrepante trattamento dei detenuti che, pur avendo motivazioni giustificate, non riescono a integrarsi nel programma di riabilitazione. La direttrice del carcere, Irene Iannucci, si impegna a trovare soluzioni occupazionali a beneficio dei detenuti, ma resta il quesito su come le misure attuali possano essere riviste per garantire il rispetto della dignità umana e il diritto al lavoro.
Valutazioni finali e proposte di miglioramento
Nell’osservazione finale, Nessuno Tocchi Caino ha sottolineato l’assenza di un’area contabile dedicata e la mancanza di un garante cittadino per il carcere di Tolmezzo, fattori che evidenziano ulteriormente la necessità di interventi correttivi nel sistema penitenziario. Pur riconoscendo alcuni progressi e validando l’impegno di chi dirige e gestisce la struttura, si rende necessaria una revisione profonda delle politiche carcerarie per migliorare le condizioni di vita dei detenuti e garantire un’adeguata gestione della sicurezza.