Il carcere di Trapani, nonostante le statistiche ufficiali, nasconde una realtà poco conosciuta e preoccupante. Durante una visita con la presidente della Camera penale di Marsala, avvocato Francesca Frusteri, sono emerse situazioni di sovraffollamento e condizioni inaccettabili nel reparto Mediterraneo, destinato a detenuti di media sicurezza.
Sovraffollamento Ignoto
La presidente di “Nessuno tocchi Caino”, Rita Bernardini, ha espresso preoccupazione riguardo alle condizioni del carcere trapanese. Le celle, spesso occupate da due detenuti e chiuse per oltre 20 ore al giorno, presentano evidenti segni di degrado. La mancanza di areazione e la scarsa igiene, con porte arrugginite e spazi ristretti, rappresentano gravi violazioni dei diritti umani.
Disagi quotidiani
I detenuti si trovano ad affrontare molteplici disagi, dalla scarsa areazione alla limitata esposizione all’esterno. Le condizioni igieniche, con acqua dal colore marrone e servizi igienici non idonei, contribuiscono a un ambiente ostile e insalubre per la detenzione. La mancanza di spazi adeguati per l’attività fisica e ricreativa peggiora ulteriormente la qualità di vita all’interno della struttura.
Carenze Strutturali
La mancanza di spazi adeguati per l’attività all’aperto e il degrado delle infrastrutture sanitarie evidenziano una gestione carente della struttura. La limitata presenza di personale sanitario e la scarsa disponibilità di cure mediche adeguare aggravano la situazione per i detenuti con problemi psicologici e tossicodipendenze.
L’aspetto umano
Le testimonianze dei detenuti riguardo alle difficoltà nell’intraprendere relazioni familiari, con episodi di cattiveria inspiegabile da parte del personale, mettono a nudo la precarietà delle dinamiche interne al carcere. La mancanza di supporto psicologico e la carenza di interventi tempestivi per situazioni critiche evidenziano la fragilità del sistema penitenziario.
Impatto Sociale e Politico
Il sovraffollamento carcerario, aggravato dall’aumento dei detenuti registrato durante l’attuale governo, rappresenta una sfida sociale e politica. Con un incremento del 130% nella popolazione carceraria italiana, emerge la necessità di politiche penitenziarie riformate e tese al rispetto dei diritti umani fondamentali.
Appello alla Riforma
L’urgenza di intervenire sul sovraffollamento, migliorare le condizioni detentive e garantire un trattamento umano ai reclusi rappresenta una priorità assoluta per la sicurezza sociale e il rispetto dei diritti umani fondamentali.
Articolo a cura di ANSA – Tutti i diritti riservati.
Ultimo aggiornamento il 16 Luglio 2024 da Armando Proietti