La difficoltà di accesso ai servizi di assistenza per i caregiver familiari è un tema che tocca milioni di famiglie italiane. Secondo una recente indagine condotta dall’Osservatorio Sanità , un significativo numero di caregiver, il 61%, si trova a dover affrontare ostacoli di vario genere nel processo di assistenza ai propri cari, in particolare a causa della burocrazia. La situazione è complessa e richiede un’analisi approfondita delle esigenze e delle aspettative di chi si occupa di familiali affetti da patologie croniche.
Le difficoltà nell’accesso ai servizi
Un dato preoccupante emerge dall’indagine: il 60% dei caregiver percepisce la burocrazia come il principale ostacolo all’accesso ai servizi sanitari. Questo è particolarmente rilevante considerando che il 58% degli italiani con familiari malati fornisce assistenza diretta, impegnandosi in ruoli che vanno dal supporto medico all’aiuto quotidiano. I caregiver si trovano spesso disorientati e frustrati per la complessità delle pratiche administrative e per la scarsa chiarezza sui servizi disponibili nella loro area. Molti lamentano la mancanza di informazioni utili, il che complica ulteriormente la loro attività .
Accanto alla burocrazia, un altro tema critico è rappresentato dalle risorse insufficienti. Quasi la metà degli intervistati segnala che i fondi pubblici a disposizione per l’assistenza sono inadeguati. Questo influisce anche sulla qualità dei servizi offerti, oltre a limitare le possibilità di accesso a professionisti sanitari privati. La combinazione di questi fattori crea un ambiente in cui i caregiver faticano a trovare il supporto di cui hanno bisogno.
Il dispendio di energie e il vissuto psicologico
Il compito di un caregiver richiede impegno fisico e mentale. Il 64% delle persone che si prendono cura di familiari malati svolge un ruolo attivo nel seguire i percorso sanitari, mentre il 60% si occupa delle pratiche burocratiche. La gestione delle terapie è compito di quasi la metà dei caregiver. Il dato assoluto è che il 67% del campione percepisce un carico pesante, sia fisico che psicologico, ma sorprendentemente il 71% afferma che la propria attività è “utile” e “gratificante”.
Questo paradosso merita attenzione. Nonostante lo stress e le difficoltà quotidiane, l’83% dei caregiver mostra un alto livello di coinvolgimento emotivo nella cura, rafforzando così il legame con il proprio familiare. È importante notare che questo impegno, sebbene gravoso, porta anche a un’esperienza di intensa soddisfazione personale. Tuttavia, la gestione del tempo si rivela complessa, sottraendo momenti anche ai propri figli e al partner, creando tensioni sul piano affettivo e lavorativo.
Necessità di supporto e welfare aziendale
Il bisogno di supporto va oltre la semplice assistenza fisica. Il 78% dei caregiver intervistati chiede maggiori servizi socioassistenziali, in particolare assistenza domiciliare e consegna di farmaci. La necessità di ricevere informazioni sui diritti assistenziali e previdenziali è particolarmente sentita: ben il 56% degli intervistati non è soddisfatto della loro attuale conoscenza. Inoltre, i caregiver esprimono un chiaro bisogno di supporto psicologico, con il 46% che segnala difficoltà emotive nella gestione del loro ruolo.
Questi carichi hanno tra l’altro un forte peso anche sul lavoro. Dalla ricerca BCG – Jointly emerge che il 38% dei caregiver occupati non comunica la propria situazione al datore di lavoro per timore di ripercussioni negative. Solo il 28% ha trovato comprensione e sostegno da parte dei propri superiori. Questo scenario indica chiaramente la necessità di politiche di welfare aziendale più robuste, che riconoscano e supportino i caregiver, permettendo loro di gestire meglio l’equilibrio tra vita professionale e impegni di assistenza.
Un’analisi delle esigenze dei caregiver
L’analisi delle esigenze dei caregiver rivela una realtà complessa e sfaccettata, evidenziando l’importanza di interventi mirati per migliorare le loro condizioni e il supporto disponibile.