La situazione dei senza fissa dimora a Roma continua a richiedere attenzione e interventi adeguati. Oggi, Giustino Trincia, direttore di Caritas Roma, ha condiviso le sue opinioni riguardo alla recente proposta di una tensostruttura per l’accoglienza di persone fragili presso la stazione Termini. Il progetto, sebbene venga considerato temporaneo, solleva notevoli preoccupazioni riguardo all’efficacia e alla sicurezza delle persone vulnerabili nella capitale.
Il progetto di accoglienza in tensostruttura a Termini
Un’emergenza temporanea?
La Caritas Roma ha preso posizione sul progetto di accoglienza tramite una tensostruttura, definendolo come una risposta emergenziale piuttosto che una soluzione strutturale. Giustino Trincia ha affermato che l’intervento, pur potendo essere utile nel breve termine, non affronta le radici del problema della vulnerabilità abitativa. La mancanza di misure strutturali è diventata un tema centrale nelle discussioni su come gestire il problema dei senza dimora, particolarmente accentuato dalla recente crisi sociale vissuta a causa della pandemia.
Trincia sottolinea l’importanza di un intervento sistematico e duraturo, in grado di garantire strutture abitative permanenti e dignitose. Tale intervento è considerato essenziale per migliorare le condizioni di vita delle persone più vulnerabili e prevenire fenomeni di concentrazione di persone in aree già sotto pressione. La stazione Termini non è l’unico punto di attenzione; anche le stazioni di Ostiense e Tiburtina, oltre alla zona di San Pietro, sono coinvolte nel dibattito.
Rischi di concentrazione e disagio sociale
Il direttore della Caritas Roma ha messo in guardia sui potenziali rischi derivanti dalla creazione di una grande struttura di accoglienza in un’area già caratterizzata da situazioni di disagio. La preoccupazione riguarda la possibile concentrazione di persone fragili in un quadrante complesso, dove la presenza di altre realtà di assistenza, come Binario 95 e l’Esercito della Salvezza, rende la situazione ancora più delicata.
Trincia ha spiegato che la Caritas vive quotidianamente le difficoltà di interazione con persone particolarmente vulnerabili. Spesso, la vicinanza di diversi centri di accoglienza genera tensioni e sfide nella gestione delle relazioni. È evidente che un nuovo intervento dovrebbe prendere in considerazione l’impatto socio-ambientale e prevedere misure di coordinamento tra tutte le realtà coinvolte.
La richiesta di Caritas: strutture abitative permanenti
L’appello alla responsabilità delle istituzioni
Caritas Roma ha avviato un appello alle istituzioni affinché si ponga un focus sulle strutture abitative permanenti. Questo tipo di intervento è visto come indispensabile per garantire un futuro dignitoso alle persone senza dimora. Non basta dunque una tensostruttura temporanea; è necessario un lungo percorso di riabilitazione sociale attraverso l’accoglienza in spazi adeguati e pianificati con criterio.
La richiesta di Trincia è chiara: non si può più rinviare una strategia adeguata per affrontare la questione dei senza tetto. Le misure temporanee possono attenuare i problemi immediati, ma non risolvono le necessità fondamentali di chi vive in condizioni di estrema vulnerabilità . Caritas spera in un lavoro di squadra con le autorità per trovare soluzioni che siano non solo praticabili ma anche sostenibili nel tempo.
Il coinvolgimento della comunitÃ
In questo contesto, diventa fondamentale il coinvolgimento dell’intera comunità . La Caritas Roma, assieme ad altre associazioni di volontariato, chiede che tutti gli attori sociali partecipino alla definizione di un piano integrato che possa rispondere in modo efficace e umano alle esigenze delle persone senza fissa dimora. La sinergia tra le varie entità , incluse quelle pubbliche e private, potrebbe trasformare il modo in cui si gestisce la vulnerabilità sociale, portando a misure realmente efficaci e durature.
Il dialogo aperto e costruttivo con le istituzioni sarà cruciale per superare le criticità attuali e attuare politiche che possano creare un ambiente di accoglienza che non solo risponde alle emergenze, ma si radica nel territorio con una visione più ampia e inclusiva.