Carles Puigdemont, ex presidente della Generalitat de Catalunya, ha compiuto il suo ritorno in Spagna giovedì 8 agosto 2024, dopo sette anni di latitanza. Nonostante esista un mandato di arresto emesso dal giudice Pablo Llarena, Puigdemont non è stato catturato. Questo articolo analizza la fuga dell’ex leader secessionista, all’indomani di un suo discorso all’Arc de Triomf di Barcellona, basandosi sulle testimonianze di membri dei Mossos d’Esquadra e del Corpo di Polizia Nazionale.
Il controverso ritorno di Puigdemont in Spagna
La figura di Carles Puigdemont continua a suscitare dibattito e controversie in Spagna. Sotto accusa per appropriazione indebita di fondi pubblici legati al referendum del 1 ottobre 2017, Puigdemont non ha mai scontato una pena per i reati di ribellione e sedizione, poiché questi ultimi sono stati amnistiati tramite una legge approvata dal governo di Pedro Sánchez. Questo contesto giuridico ha creato un clima di tensione attorno alla sua figura, ritenuta simbolo del movimento indipendentista catalano.
Il giorno del suo ritorno, il politico è stato accolto da una folta folla di sostenitori ma, al contempo, anche da agenti di polizia pronti a eseguire il mandato di arresto. Nonostante ciò, il piano per catturarlo sembrava quantomeno vacillante. In un contesto di complessità, le testate giornalistiche hanno riferito che, durante il dibattito sull’investitura del socialista Salvador Illa alla Generalitat, Puigdemont è riuscito ad evitarne l’arresto.
La fuga: testimonianze e reazioni delle forze di polizia
Euronews ha ricostruito i dettagli della fuga di Puigdemont sulla base delle dichiarazioni rilasciate da membri delle forze dell’ordine. Secondo Inma Viudes, portavoce del sindacato SAP-FEPOL dei Mossos d’Esquadra, l’arresto dell’ex presidente avrebbe potuto generare tafferugli, vista la presenza di più di duemila persone intorno a lui. “Era necessario trovare il momento giusto per procedere all’arresto,” ha evidenziato Viudes, suggerendo che la situazione fosse al limite dell’incontrollabile.
Dopo il suo discorso, Puigdemont è rapidamente svanito senza lasciare tracce. La sua assenza ha sollevato dubbi e indignazione tra le forze di polizia, che ora chiedono l’apertura di un’indagine per chiarire le responsabilità della mancata cattura. “La polizia deve sempre rispettare gli ordini giudiziari,” ha commentato Jacobo Rodríguez, portavoce del sindacato JUPOL, rimarcando la priorità di assolvere agli obblighi imposti dai tribunali rispetto a quelli di natura politica.
Le indagini e la scottante questione delle responsabilità
Dopo la fuga di Puigdemont, il clima di tensione all’interno delle forze di polizia è aumentato. In particolare, il sindacato dei Mossos e JUPOL esigono chiarimenti sulle procedure seguite durante l’operazione di arresto. Viudes ha sottolineato che alcuni agenti avrebbero persino collaborato con l’ex presidente per facilitarne la fuga, mentre altri agenti avrebbero prestato i loro veicoli per aiutarlo a eludere la cattura.
Anche se la dialettica riguardante la responsabilità politica continua a essere accesa, l’entourage di Puigdemont ha negato fermamente che sia esistito un accordo per non arrestarlo. L’avvocato di Puigdemont, Jordi Cabré, ha specificato che ci sono stati veri e propri tentativi di arresto, con azioni di polizia ben visibili, inclusa l’adozione di mezzi da parte degli agenti per interrompere il flusso di sostenitori attorno a lui.
Ricostruzione degli eventi chiave: dall’annuncio alla fuga
Gli eventi di giovedì 8 agosto hanno avuto inizio poco prima delle 9:00, quando Puigdemont è sceso da un veicolo e si è diretto verso l’Arc de Triomf. Qui, si è rivolto ai suoi sostenitori, ignaro della discrezione che all’epoca sembrava circondarlo. Fonti confermano che diversi agenti dei Mossos erano presenti, eppure non è stato arrestato. Dopo il discorso, si crede che Puigdemont avrebbe dovuto recarsi al Parlamento per la sessione di investitura di Illa, ma ha abbandonato il percorso e così si sono perse le sue tracce.
In seguito, è stata avviata l’operazione “Gabbia” per rintracciarlo, chiudendo Barcellona con posti di blocco e controlli. Tuttavia, nonostante gli sforzi, Puigdemont è riuscito a svanire, portando a considerare che la sua fuga possa essere stata orchestrata. Secondo Jacobo Rodríguez, le dinamiche dei veicoli da controllare avrebbero dovuto includere anche il bagagliaio, dove è possibile che il politico si sia nascosto.
Il futuro di Puigdemont e il clima di tensione politica
La fuga di Carles Puigdemont ha sollevato interrogativi fondamentali sulla reattività delle forze di polizia e sul rispetto delle procedure di cattura per un individuo di tale importanza politica. Mentre il dibattito politico in Spagna continua a polarizzarsi, il caso di Puigdemont rappresenta un simbolo delle divisioni presenti nel paese attuale.
L’operazione di arresto andata a vuoto ha riacceso il dibattito sulla giustizia, sull’indipendenza delle forze di polizia e sulle ingerenze politiche. Con Puigdemont attualmente latitante e il suo futuro incerto, molti attendono sviluppi potenzialmente significativi, sia sul fronte legale che su quello politico. La richiesta di chiarimenti sulle modalità di arresto e sulla condotta delle forze dell’ordine continua a essere un tema caldo, in un momento in cui la Spagna sembra affrontare un’ulteriore crisi legata al tema dell’indipendentismo catalano.