Carlo De Benedetti denuncia furto d'immagine per pubblicità ingannevole su WhatsApp

Carlo De Benedetti denuncia furto d’immagine per pubblicità ingannevole su WhatsApp

Carlo De Benedetti denuncia l’uso illecito della sua immagine in una truffa digitale per promuovere investimenti, evidenziando un fenomeno crescente di frodi che coinvolgono personaggi noti.
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Carlo De Benedetti denuncia furto d'immagine per pubblicità ingannevole su WhatsApp - Gaeta.it

Un furto d’identità, almeno della sua immagine, è l’accusa mossa da Carlo De Benedetti, imprenditore di 90 anni e figura di spicco nel panorama editoriale italiano. È emerso che il suo volto è stato usato senza il suo consenso in una campagna pubblicitaria sui social network, principalmente tramite WhatsApp, per promuovere investimenti finanziari nel nostro Paese. L’agenzia di stampa Ansa ha riportato la notizia, rivelando come la manovra si inserisca in una strategia di truffa digitale sempre più diffusa.

Un caso di furto d’immagine senza precedenti

Il caso di De Benedetti non è isolato. La truffa è in linea con l’andamento delle frodi digitali che coinvolgono personaggi noti. Infatti, è un fenomeno che attrae truffatori, che utilizzano immagini rubate e nomi famosi per attivare schemi di raggiro. A finire nella rete in questo caso, è stata una società con sede in India, denominata Stockint, la quale ha approfittato dell’immagine dell’ex presidente di Olivetti e del fondatore del quotidiano Domani. Il messaggio veicolato era chiaro: promettere guadagni facili, un richiamo irresistibile per molte persone in cerca di opportunità di investimento.

La reazione di De Benedetti e intervento legale

La reazione dell’imprenditore è stata immediata e non ha lasciato spazio a interpretazioni. Una nota diffusa dal suo ufficio stampa ha sottolineato che “l’uso della sua immagine è ovviamente illecito”, data l’assenza di qualsiasi autorizzazione. Questa affermazione ha portato De Benedetti a intraprendere misure legali nei confronti della società incriminata. La decisione di agire legalmente dimostra la sua determinazione a tutelare non solo la propria immagine, ma anche quella degli investitori che potrebbero cadere nella trappola.

Un fenomeno di truffe digitali in espansione

L’episodio di Carlo De Benedetti si inserisce in una serie di frodi digitali in continua espansione. Recentemente, anche Fabio Fazio ha denunciato un utilizzo fraudolento della sua immagine in video manipolati attraverso intelligenza artificiale. Un precedente significativo è rappresentato da Gerry Scotti, vittima nella stessa misura. Inoltre, gli spot fake che circolavano su WhatsApp con il volto di Giorgia Meloni spacciati come iniziative della Banca d’Italia contribuiscono a un fenomeno che continua a suscitare preoccupazione.

Voci e reti di truffatori sempre più astute

Dietro queste campagne di disinformazione spesso si nascondono organizzazioni ben strutturate, capaci di realizzare pagine web false che imitano i principali quotidiani italiani, conferendo una patina di credibilità ai loro raggiri. I truffatori si avvalgono di volti noti e grafica professionale, creando messaggi che rassicurano l’utente. Il sistema funziona: una figura riconoscibile, un messaggio promozionale, e il clic su un link trappola sono elementi che catturano sempre più vittime ignare.

Carlo De Benedetti: una figura di riferimento nonostante tutto

Con le sue controversie e i successi, Carlo De Benedetti rimane una figura chiave nel panorama industriale e finanziario italiano. Per i truffatori digitali, la sua immagine continua a rappresentare un ottimo richiamo per attirare persone vulnerabili. Questo caso mette in luce non solo i rischi legati ai furti d’immagine, ma anche la necessità di rimarcare l’importanza di una maggiore vigilanza in un’epoca sempre più dominata dalla presenza digitale. La lotta contro le frodi richiederà, dunque, un impegno collettivo e sistematico per proteggere la propria identità e i propri diritti.

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