La casa natale di Sonia Gandhi, conosciuta anche come Sonia Maino, ha riacquistato il suo splendore grazie ad un attento restauro che ha coinvolto la comunità sikh in Italia. Situata a Lusiana, sull’Altopiano di Asiago, l’abitazione è diventata un simbolo di identità culturale e politica per molti. L’inaugurazione del museo è prevista per il 9 dicembre, in coincidenza con il 78° compleanno dell’ex leader del Congresso Nazionale Indiano. Questa iniziativa testimonia l’importanza del legame tra la famiglia Gandhi e la sua storia.
Il restauro della casa
L’intero progetto di restauro ha preso forma grazie all’impegno di Kang Sukhdev Singh, rappresentante della comunità sikh in Italia. Nel corso degli ultimi quattro anni, Singh e i membri della comunità hanno lavorato instancabilmente per riportare la casa alle sue origini, mantenendo intatti i mobili originali e ripristinando i particolari architettonici dell’epoca. Il restauro si è basato su una ricerca attenta e su una volontà collettiva di valorizzare un luogo carico di significato. Questo è diventato un progetto significativo non solo per la famiglia Gandhi, ma anche per i sikh italiani che si sono uniti per dare vita a un museo dove storia e cultura si intrecciano.
La casa, ormai un punto di riferimento per chi desidera conoscere meglio le origini di Sonia Gandhi e la storia della sua famiglia, è stata divisa in tre piani. Ogni piano vanta una camera da letto di circa 30 metri quadri, mentre la cucina prende posto all’interno della storica struttura in pietra, risalente all’Ottocento. Questo restauro ha permesso non solo di preservare il valore storico dell’immobile, ma anche di trasformarlo in un luogo dove i visitatori potranno immergersi nella vita e nelle esperienze di Sonia Gandhi.
L’importanza del progetto per la comunità sikh
La decisione di acquistare e restaurare la casa è stata accolta con entusiasmo dalla comunità sikh presente in Italia, composta da circa 150 mila persone. Questa iniziativa rappresenta un gesto di amore verso l’India e il suo patrimonio culturale, ma anche un modo per rimarcare l’importanza dei legami familiari. L’idea di creare un museo non è solo un atto simbolico verso Sonia Gandhi, ma segna anche un chiaro messaggio sull’importanza di mantenere vive le proprie radici.
Kang Sukhdev Singh ha raccontato che, una volta scoperta la casa, ha immediatamente informato la comunità, che ha accolto con favore l’idea di trasformare l’immobile in un museo. L’entusiasmo collettivo ha permesso di raccogliere fondi e risorse necessarie per completare il restauro in tempi brevi. Il primo passo è stato stabilire una fondazione che si occupasse della gestione del museo e della promozione di eventi culturali legati a Sonia Gandhi e alla storia della sua famiglia.
Prospettive future e attesa per l’inaugurazione
Con l’imminente inaugurazione, si attende anche la visita di Sonia Gandhi e dei suoi familiari. Si prevede un grande afflusso di visitatori ed eventi, il che potrebbe rendere il museo una meta importante non solo per i sikh ma per chiunque desideri esplorare la storia dell’India contemporanea. Kang Sukhdev Singh ha espresso il suo ottimismo, sostenendo che il 2025 potrebbe essere l’anno ideale per un eventuale ritorno della famiglia Gandhi in quello che è il loro luogo d’origine.
Il restauro della casa natale di Sonia Gandhi non è semplicemente un progetto di recupero storico; rappresenta anche una celebrazione della cultura, delle tradizioni e dei legami tra diverse comunità. Con la casa che ora rinasce come museo, i visitatori nazionali e internazionali potranno scoprire l’importanza di questa figura chiave nella politica indiana, esplorando le sue origini e il suo impatto sulla società indiana e oltre.
Ultimo aggiornamento il 22 Novembre 2024 da Laura Rossi