Un nuovo episodio di tensione ha riportato sotto i riflettori la residenza Fersina a Trento, dove nelle ultime settimane si sono verificati atti di violenza e disordini da parte di alcuni ospiti. A seguito dei fatti, CasaPound Italia ha manifestato la propria posizione con un presidio e uno striscione esposto davanti alla struttura.
proteste di casapound e la richiesta di allontanamento degli immigrati irregolari
Nella serata di ieri, davanti all’ingresso della residenza Fersina a Trento, militanti di CasaPound Italia hanno affisso uno striscione con la scritta “remigrazione subito”. Questa iniziativa segue una serie di episodi che hanno agitato la vita all’interno della struttura, tra cui un incendio doloso di alcuni bidoni. CasaPound sottolinea che questi fatti sono solo l’ultimo capitolo di una situazione già segnalata da alcuni operatori che avevano denunciato condizioni di lavoro pericolose all’interno della residenza.
commento del coordinatore regionale
Il coordinatore regionale di CasaPound, Filippo Castaldini, ha commentato l’accaduto evidenziando come la rivolta e i disordini messi in atto dagli ospiti segnalino un limite ormai superato. Castaldini ha inoltre criticato le amministrazioni locali, puntando il dito contro il sindaco uscente di Trento, Ianeselli, e il governatore del Trentino, Fugatti. Secondo lui, le scelte politiche sull’accoglienza, sia quella centrale che quella diffusa, non hanno portato a risultati positivi, ma hanno anzi favorito degrado e violenza.
le critiche rivolte alle amministrazioni e le polemiche sull’accoglienza
Il coordinatore di CasaPound ha ricordato che il sindaco Ianeselli ha attribuito alla Provincia la responsabilità della gestione della residenza Fersina, tuttavia non ha menzionato i fondi di 668 mila euro destinati all’accoglienza notturna presso le ex Bellesini. Allo stesso tempo, è stata rimarcata l’opzione della Provincia di concentrare gli ospiti immigrati a Trento, anziché distribuirli sul territorio.
episodi di violenza e degrado
Castaldini ha descritto episodi di aggressioni e atti violenti, ma anche una presenza di bande tra gli ospiti, definite spesso come gruppi di immigrati irregolari. Questa condizione ha portato a un peggioramento del contesto, con problemi di degrado e abbandono dei locali. Le tensioni non sono passate inosservate nemmeno alla stampa nazionale, che ha trattato la vicenda in programmi come “Fuori dal coro”. Le divergenze tra le strategie di accoglienza diffuse e quelle accentrate sono presentate come il principale terreno di scontro nei mesi recenti.
proposta di casapound per la remigrazione e la gestione futura degli immigrati
La posizione ufficiale di CasaPound si concentra sull’eliminazione totale della presenza di immigrati irregolari sul territorio locale e sulla promozione di un rimpatrio volontario esteso anche ai discendenti di immigrati nati in Europa. L’idea è di attivare collaborazioni diplomatiche ed economiche con i paesi di origine per facilitare questa migrazione inversa.
concetto identitario e richiesta finale
Nel comunicato viene inoltre sottolineato un concetto identitario, che mette al centro l’idea di “un popolo, una terra”. CasaPound contrasta sia le politiche di accoglienza diffusa sia quelle accentrate, ritenendole entrambe dannose. La richiesta finale è di una “remigrazione totale e senza compromessi”, prassi che vedrebbe la cancellazione dell’attuale sistema di gestione delle presenze straniere irregolari sul territorio.
Questa richiesta si inserisce nel dibattito più ampio sul tema dell’immigrazione e delle politiche di accoglienza nel territorio italiano, particolarmente acceso in alcune aree con tensioni sociali legate alla convivenza con i migranti. La vicenda a Trento resta dunque uno spaccato significativo di queste tensioni, dove le risposte politiche e sociali continuano a dividere opinioni e posizioni.