La vicenda di Luca, un bambino di soli quattro anni, ha attirato l’attenzione del pubblico e dei media, svelando le complessità e le difficoltà del sistema di affido in Italia. Dal suo arrivo in una famiglia affidataria all’età di 30 giorni, la sua vita ha subito una brusca interruzione a causa di una decisione del tribunale per i minorenni di Milano. Questo articolo esplora la storia di Luca, il punto di vista della famiglia affidataria e le sfide legali che stanno affrontando.
L’assegnazione di Luca e il suo percorso in famiglia
Luca, il cui nome è di fantasia per tutelare la riservatezza del minore, è entrato in affido ponte presso una famiglia in Lombardia quando era appena un neonato. La coppia che lo ha accolto ha una lunga storia di affido, avendo già accolto tre figli naturali e numerosi bambini in situazioni simili. Originariamente, l’idea era di tenerlo per qualche mese, ma nel corso di questi quattro anni, Luca è diventato parte integrante della loro vita, creando legami affettivi profondi e irrinunciabili.
I genitori affidatari hanno descritto Luca come un bambino che conosce solo quella casa, dove ha trascorso la sua infanzia, interagendo con altri bambini e creando ricordi. La stabilità che ha trovato lì è fondamentale per il suo sviluppo emotivo. Recentemente, quando il tribunale ha chiesto loro se fossero disposti ad adottare Luca, la coppia ha accettato con gioia. Tuttavia, una decisione presa dalla giustizia milanese ha sconvolto il loro mondo, portando alla dichiarazione di adottabilità di Luca, ma a favore di un’altra famiglia, sconvolgendo ulteriormente un’esistenza già fragile.
La reazione legale e le implicazioni dell’allontanamento
L’avvocato Sara Cuniberti, che rappresenta la famiglia affidataria, ha espresso la sua incredulità per la situazione. Secondo quanto riportato, la notizia del trasferimento di Luca è giunta in modo imprevisto mentre il bambino era in compagnia di assistenti sociali non familiari. La famiglia ha subito presentato un ricorso d’urgenza per richiedere l’adozione, ma si sono trovati di fronte a una corsa contro il tempo, culminata nel 3 marzo con la notizia che Luca sarebbe stato prelevato per incontrare un’altra coppia.
L’atto di separazione non è solo una questione legale; comporta anche implicazioni emotive significative per un bambino che ha vissuto sempre nello stesso ambiente. L’avvocato ha sottolineato che l’affido, per come è concepito, dovrebbe favorire la stabilità del minore. La lunga permanenza di Luca in questa famiglia, senza un’interruzione programmata, potrebbe essere considerata un’indicazione della delicata relazione instaurata nel tempo. Cambiare famiglia in così breve tempo rischia di infliggere un trauma, creando potenziali ripercussioni future sul benessere del bambino.
La chiamata alla giustizia sociale e la mobilitazione online
In risposta a questo evento traumatizzante, i genitori affidatari di Luca hanno lanciato una petizione online intitolata “Per salvare Luca“, che ha già raccolto quasi 8.000 firme. Attraverso questo strumento, sperano di sensibilizzare l’opinione pubblica e di esercitare pressione sul tribunale affinché riconsideri la sua decisione. La petizione espone le preoccupazioni della coppia riguardo al potenziale danno che il distacco da una famiglia amorevole può causare a un ragazzo così giovane.
La coppia ha sottolineato l’importanza di mettere sempre al primo posto il bene del minore, affermando che la stabilità affettiva è vitale per lo sviluppo emotivo e psicologico di un bambino. La giustizia, secondo i genitori, deve garantire un’attenzione particolare alle esigenze e alle emozioni di Luca, piuttosto che basarsi su decisioni che possano apparire formali e distaccate dalla realtà della vita quotidiana.
Le speranze riposte nel ricorso per l’adozione in casi particolari rimangono alte, con la wish che le autorità competenti possano rivedere le loro decisioni e riflettere su ciò che è realmente nel migliore interesse del bambino.