Caso di rapimento a Cosenza: la famiglia denuncia la clinica per negligenza nella custodia

Caso di rapimento a Cosenza: la famiglia denuncia la clinica per negligenza nella custodia

La famiglia della neonata rapita a Cosenza avvia una battaglia legale contro l’ospedale per presunta negligenza nella custodia, sollevando preoccupazioni sulla sicurezza dei pazienti più vulnerabili.
Caso di rapimento a Cosenza3A l Caso di rapimento a Cosenza3A l
Caso di rapimento a Cosenza: la famiglia denuncia la clinica per negligenza nella custodia - Gaeta.it

A gennaio scorso, Cosenza è stata teatro di un evento drammatico che ha coinvolto una neonata, rapita in una clinica locale e ritrovata solo poche ore dopo grazie all’intervento della polizia. Oggi, la famiglia della piccola Sofia ha intrapreso una battaglia legale contro la struttura sanitaria in cui è avvenuto il rapimento. Gli avvocati della famiglia, Chiara Penna e Paolo Pisani, hanno presentato una diffida all’Ospedale ‘Sacro Cuore’, denunciando una presunta omessa custodia sui minori durante la degenza.

La denuncia legale e le accuse contro la clinica

Gli avvocati della famiglia Cavoto, nella loro diffida, hanno sottolineato gravi responsabilità riguardanti la sicurezza dei pazienti, in particolare dei neonati. Il documento legale contesta in modo preciso la mancanza di vigilanza e custodia nei confronti della neonata, evidenziando che la struttura sanitaria avrebbe dovuto garantire un ambiente sicuro e controllato. Questo episodio ha gettato una luce inquietante su potenziali lacune nella gestione dei minori ricoverati nello stesso ospedale.

Particolare attenzione è stata data al danno emotivo e psicologico subito dalla mamma della neonata, Valeria Chiappetta, e dal resto della famiglia, completamente sconvolta dall’accaduto. La diffida non solo richiede responsabilità per la presunta negligenza della clinica, ma apre anche la porta a ulteriori azioni legali che potrebbero portare a conseguenze penali per la struttura e il suo personale.

Le indagini e le possibilità di nuove accuse

Gli avvocati hanno comunicato che, oltre alla denuncia presentata, non escludono ulteriori integrazioni di querela da sottoporre al sostituto procuratore della Repubblica, dottor Tridico, il quale è attualmente coinvolto nelle indagini sul caso. La loro attenzione si concentra su possibili condotte penalmente rilevanti che potrebbero emergere grazie alle indagini difensive in corso. Durante questa fase, i legali hanno scelto di mantenere il riserbo, aggiungendo un ulteriore livello di mistero a questa déjà vu di un caso già troppo discusso.

Le indagini, infatti, potrebbero rivelare dettagli cruciali riguardo alle procedure interne della clinica e ai protocolli di sicurezza adottati, sempre in un contesto di piena trasparenza e responsabilità. La comunità di Cosenza, e non solo, segue questo caso con attenzione, augurandosi che la giustizia possa fare il suo corso e che episodi simili non si ripetano in futuro.

L’impatto sul servizio sanitario e sulla comunità

Questa vicenda ha sollevato interrogativi sulla sicurezza negli ospedali e sulle misure preventive implementate per proteggere i pazienti, in particolare i più vulnerabili come i neonati. La comunità locale, colpita dalla notizia, manifesta preoccupazione non solo per il caso specifico di Sofia, ma anche più in generale per le implicazioni che potrebbero derivare dalla gestione delle strutture sanitarie.

Le autorità competenti sono ora chiamate a riflettere su come migliorare le pratiche di custodia e attenzione nei reparti pediatrici, garantendo che situazioni del genere non possano ripetersi. Da una parte, la famiglia Cavoto cerca giustizia per il trauma subito; dall’altra, la clinica coinvolta potrebbe trovarsi a dover affrontare conseguenze legali significative, che potrebbero influenzare il loro operato e la reputazione nel lungo termine.

Ultimo aggiornamento il 4 Febbraio 2025 da Armando Proietti

Change privacy settings
×