Caso Modaffari: la posizione di Maria Saveria al centro dell'inchiesta Zero Titoli

Caso Modaffari: la posizione di Maria Saveria al centro dell’inchiesta Zero Titoli

Maria Saveria Modaffari, coinvolta nell’inchiesta “Zero Titoli”, si difende dalle accuse di frode, rivelando la sua estraneità e collaborando con le autorità per chiarire la situazione.
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Caso Modaffari: la posizione di Maria Saveria al centro dell'inchiesta Zero Titoli - Gaeta.it

Maria Saveria Modaffari, attualmente coinvolta nell’inchiesta Zero Titoli condotta dalla Procura di Trani, si trova in stato di libertà e difesa dagli avvocati Giacomo Iaria e Antonella Modaffari. Gli avvocati hanno presentato una lunga istanza al Giudice per le indagini preliminari, chiarendo la posizione della loro assistita e portando alla luce dettagli significativi riguardanti la sua esperienza lavorativa con Lucia Catalano, anch’essa indagata nel procedimento e già condannata per reati precedenti.

La conoscenza tra Modaffari e Catalano

La relazione tra Maria Saveria Modaffari e Lucia Catalano risale al 2018, avviata attraverso la Confederazione Esaarco. La Modaffari aveva firmato un accordo di collaborazione come procacciatrice di attività di formazione all’interno dell’associazione professionale Unimorfe, in qualità di responsabile. Successivamente, è stata assunta come dipendente in una delle aziende di Savino Cianci, marito di Lucia Catalano, anch’egli sotto inchiesta. Questa assunzione è parte integrante dell’analisi legale condotta dalla difesa della Modaffari, che cerca di dimostrare la sua estraneità ai fatti di cui è accusata.

Tuttavia, la collaborazione tra Modaffari e Catalano durò solo per un breve periodo. Nel 2020, la Modaffari scoprì che i titoli di formazione erogati dalla Catalano erano falsi. Dopo aver acquisito documentazione utile e prove da testimoni, si adoperò per denunciare l’illecito che aveva identificato. Le indagini difensive condotte hanno messo in evidenza che i titoli venivano prodotti in una copisteria di Foggia, fatto confermato anche dal proprietario della stessa.

Il tentativo di screditare la Modaffari

Dopo la scoperta della Modaffari, il gruppo legato alla Catalano sembrerebbe aver mediato una strategia per screditare la sua figura, ignorando le prove e le documentazioni in possesso della Modaffari stessa. Le registrazioni delle conversazioni tra membri del gruppo fanno emergere che la Modaffari fosse stata avvisata dell’illegalità delle operazioni di cui era parte. Questa manovra accusatoria ha ulteriormente complicato la posizione di Modaffari, rendendola una vittima all’interno di una situazione più ampia di frode.

Zoccolo duro dell’inchiesta risulta anche l’osservazione dei proventi illeciti che sarebbero stati canalizzati attraverso diverse aziende collegate a Lucia Catalano, fra cui CS Consulting Group, CS Uniforma Albania, Universo docente e CS Uniforma associazione. Ogni società è ancora attiva e visibile sui social media, nonostante il blocco decretato dalle autorità competenti. Al contrario, la Fondazione Professionale della Modaffari è stata chiusa nel 2020, lasciando un vuoto professionale notevole rispetto all’attività svolta paternalisticamente dalla Catalano.

Collaborazione con la giustizia

Di recente, i legali di Modaffari hanno presentato al Giudice Anna Lidia Corvino le visure camerali delle società coinvolte, rivelando che Lucia Catalano e Savino Cianci apparirebbero come soci e amministratori di società oggetto d’indagine. Questa informazione si configura come un passo importante per chiarire le responsabilità all’interno di un meccanismo che si è dimostrato complesso e articolato. È evidente, infine, che la Modaffari si impegnerà a collaborare a pieno titolo con le autorità, rendendo disponibili tutte le registrazioni e i documenti in suo possesso.

Il caso rimane aperto e di grande interesse non solo per le implicazioni legali, ma anche per le riflessioni più ampie sulle modalità operative nel campo della formazione professionale e sulle responsabilità di ciascun attore di rete.

Ultimo aggiornamento il 25 Novembre 2024 da Elisabetta Cina

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