Cassa integrazione annunciata per i lavoratori di Stellantis a Pomigliano d’Arco: cinque giornate di fermo

Cassa integrazione annunciata per i lavoratori di Stellantis a Pomigliano d’Arco: cinque giornate di fermo

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Cassa integrazione annunciata per i lavoratori di Stellantis a Pomigliano d’Arco: cinque giornate di fermo - Gaeta.it

La situazione lavorativa nello stabilimento Stellantis di Pomigliano d’Arco si fa sempre più complicata. I dipendenti si fermeranno per cinque giornate, programmate per il 26 agosto, 6, 13, 20 e 27 settembre, a causa della difficile condizione del mercato automobilistico. Questo evento ha sollevato preoccupazioni tra i sindacati, che chiedono un cambio di rotta da parte della direzione dell’azienda.

La situazione attuale nello stabilimento

Le ragioni della cassa integrazione

L’azienda, durante un incontro con le rappresentanze sindacali di Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcfr, ha ufficializzato l’intenzione di ricorrere alla cassa integrazione. Le date di fermo indicate segnalano un contesto di incertezze e difficoltà legate alla domanda di mercato. Gli stessi sindacati hanno espresso un forte dissenso verso questa scelta, considerata non solo intollerabile ma anche emblematica di un clima di insicurezza che grava pesantemente sui lavoratori.

La preoccupazione crescente tra i dipendenti nasce dal fatto che, solo a gennaio, si parlava di piena occupazione per il sito di Pomigliano. A distanza di pochi mesi, i toni e le prospettive sono cambiati drasticamente, lasciando i lavoratori disorientati e preoccupati per il loro futuro.

L’appello dei sindacati

I rappresentanti dei sindacati, in particolare, hanno messo in evidenza la contraddizione tra le promesse precedenti e la realtà attuale. Nel passato recente, il sito era a rischio chiusura, ma con il tempo si era riuscito a riportare stabilità e occupazione. Oggi, tuttavia, vi è la sensazione che le scelte strategiche dell’azienda stiano compromettendo tali guadagni. Gli appelli rivolti ai vertici di Stellantis non si sono fatti attendere, con richieste esplicite di una revisione delle politiche aziendali.

La fusione con PSA e le sue conseguenze

Nuovi modelli e strategie industriali

Una criticità centrale sollevata dai sindacati è l’assenza di nuovi modelli da produrre nello stabilimento dopo la fusione con PSA. Fino ad oggi, solo i modelli Tonale e Hornet, pianificati in epoche precedenti, sono stati realizzati. Tale stagnazione preoccupa, poiché senza innovazione e nuovi veicoli l’attività della fabbrica rischia di ridursi drasticamente, minando l’intera filiera produttiva.

Le rappresentanze sindacali esprimono il timore che questa mancanza di innovazione possa condurre non solo alla riduzione della capacità produttiva, ma anche ad un futuro incerto per i lavoratori. La richiesta di un cambio radicale nelle strategie aziendali si presenta come una necessità imperativa per mantenere attiva la produzione italiana di automobili.

La risposta delle istituzioni e le aspettative

Oltre alle richieste nei confronti di Stellantis, i sindacati hanno rivolto un appello anche al Governo italiano, invitandolo ad assumersi la responsabilità per il futuro del settore automobilistico nel Paese. “Abbiamo bisogno di sviluppo”, hanno dichiarato i rappresentanti sindacali, “non di passerelle”. Gli interventi richiesti dalle istituzioni potrebbero favorire non solo il rilancio delle produzioni, ma anche la stabilità occupazionale per migliaia di lavoratori in un momento di grande incertezza.

Il futuro di Stellantis a Pomigliano d’Arco, pertanto, rimane appeso a un filo, con l’auspicio che le parti coinvolte riescano a trovare un accordo utile per garantire continuità e sviluppo nel settore automotive.

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