Il recente intervento della Cassazione ha scosso il panorama giudiziario napoletano, in particolare riguardo al clan Amato-Pagano. L’alta corte ha annullato, infatti, l’ordinanza emessa dal Tribunale del Riesame che aveva confermato l’arresto di Debora Amato, accusata di essere la reggente della cosiddetta organizzazione mafiosa. Questa decisione riapre discussioni importanti sulla gestione della criminalità organizzata nella regione.
La situazione giudiziaria di Debora Amato
Debora Amato, già sotto indagine da tempo, è stata arrestata nel dicembre 2024. Secondo le informazioni fornite dagli inquirenti, la donna avrebbe assunto un ruolo centrale nel clan Amato-Pagano, specialmente dopo l’arresto del boss Marco Liguori. Le accuse le sono state mosse sulla base di intercettazioni telefoniche e di dichiarazioni rilasciate da diversi collaboratori di giustizia. Tra di essi, spicca il nome di Raffaele Imperiale, ex narcotrafficante internazionale, le cui testimonianze hanno aggiunto peso alle accuse contro di lei.
Il Tribunale del Riesame aveva ritenuto sufficienti le evidenze raccolte per giustificare l’arresto. Gli inquirenti sostenevano che Debora, essendo figlia di Rosaria Pagano e sorella di Carmine e Raffaele jr Amato, fosse l’unica ancora in libertà a rappresentare l’armonia familiare nella struttura del clan, dopo che altri membri erano stati arrestati.
La decisione della Cassazione
Il 20 marzo, la Cassazione ha accolto il ricorso presentato da Emanuele Cicalese, genero di Raffaele Amato, anch’esso rappresentato dall’avvocato Luigi Senese. I giudici hanno deciso di annullare l’ordinanza del Tribunale del Riesame, che si era espressa in favore dell’accusa di creare un’organizzazione per il traffico di droga a favore del clan. Con ciò, la Cassazione ha rinviato il caso a un’altra sezione dello stesso tribunale per una nuova valutazione.
Questa decisione segna un cambiamento significativo per il caso di Debora Amato, la quale aveva visto la sua posizione aggravarsi a causa delle pesanti accuse di traffico di stupefacenti. Con il rinvio, si prospetta una nuova fase processuale con possibili sviluppi imprevisti che potrebbero influenzare sia la posizione di Debora che quella del clan.
Le implicazioni sul clan Amato-Pagano
Il clan Amato-Pagano da tempo è sotto il mirino delle forze dell’ordine a Napoli. Con una rete estesa e collegamenti mafiosi che si estendono a livello internazionale, l’organizzazione ha attirato l’attenzione non solo per la sua struttura criminale, ma anche per la complessità delle dinamiche familiari al suo interno. La figura di Debora Amato, in quanto reggente, rappresenta un asse strategico per la continuità del clan, dato il suo legame diretto con i membri più influenti.
Le conseguenze della decisione della Cassazione non riguardano solo Debora, ma anche il clan in generale. Un’eventuale assoluzione potrebbe dare nuova linfa all’organizzazione, mentre una conferma delle accuse potrebbe portare a un ulteriore indebolimento della sua già fragile struttura. La situazione si presenta pertanto come un capitolo in evoluzione nella lotta contro la criminalità organizzata in Campania.