Castello abusivo a Castel Volturno: sequestrati 43 immobili del clan Belforte, focus su abusi edilizi

Castello abusivo a Castel Volturno: sequestrati 43 immobili del clan Belforte, focus su abusi edilizi

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Castello abusivo a Castel Volturno: sequestrati 43 immobili del clan Belforte, focus su abusi edilizi - Gaeta.it

La situazione a Castel Volturno, comune del litorale casertano, sta attirando l’attenzione delle autorità e della stampa per il sequestro preventivo di 43 immobili considerati abusivi e costruiti su suolo demaniale. L’intervento della magistratura è avvenuto dopo anni di incuria e silenzio riguardo a un fenomeno di abusivismo edilizio che ha visto coinvolto il clan Belforte. Il contesto storico e sociale di questa area, amata dai vacanzieri casertani e napoletani, si mescola ora a una realtà di legalità violata e gestione criminale del territorio.

Origine e sviluppo del quartiere abusivo

Dalla località Bagnara alla crescita del villaggio

Il ‘villaggio’ di Castel Volturno, situato nella località Bagnara, è stato avviato negli anni ‘80 dai fratelli Salvatore e Domenico Belforte, entrambi attualmente detenuti, insieme al loro parente Pasquale, un imprenditore edile. In un periodo in cui Castel Volturno era una località balneare molto ambita, i membri della cosca iniziavano a costruire le proprie abitazioni partendo da strutture precarie, come container e successivamente manufatti in cemento. Questo processo ha trasformato l’area in un vero e proprio quartiere residenziale, designato a diventare il ‘buen retiro’ della famiglia criminale.

La scelta di edificare in quella zona, caratterizzata da pinete e dune, ha contribuito a creare un senso di appartenenza e unità familiare tra i membri del clan, che per anni hanno condiviso le vacanze estive in quel luogo. Nonostante i gravi problemi legali e gli arresti che hanno interessato la cosca negli ultimi anni, il villaggio è aumentato di dimensioni e ha continuato a prosperare come un enclave a parte, dove i nuovi sviluppi edilizi hanno portato gli ex villeggianti a tornare regolarmente.

Le indagini della magistratura sul clan Belforte

Provvedimenti legali e intervento delle forze dell’ordine

L’indagine che ha portato al sequestro degli immobili è stata avviata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, sotto la guida del procuratore Pierpaolo Bruni e del sostituto Nicola Camerlingo. Questo intervento ha rappresentato un atto decisivo per affrontare la situazione di abuso edilizio che ha caratterizzato l’area per decenni. Il sequestro preventivo ha interessato tra l’altro anche gli immobili occupati da Rosa e Pasquale, rispettivamente sorella e fratello del boss Salvatore Belforte, insieme ad altre venti persone legate al clan.

Le forze dell’ordine, in particolare i Carabinieri di Mondragone e la Guardia Costiera, hanno lavorato insieme per condurre un’operazione mirata a fare luce sulla questione del costruito illegale, portando all’identificazione e allo sgombero di 65 persone dalle strutture sequestrate. È importante sottolineare che non erano arrivate segnalazioni di abusivismo a livello locale, rendendo ancora più evidente la necessità di un’azione forte da parte delle autorità per denunciare e contrastare tale fenomeno.

Le ripercussioni sociali e ambientali della situazione

Un’economia basata su disagi e illegalità

Il proliferare di costruzioni abusive, come quelle realizzate dal clan Belforte, non solo rappresenta un grave danno per l’identità e il paesaggio di Castel Volturno, ma solleva anche interrogativi sulla legalità e sulla gestione pubblica del territorio. Le conseguenze di questo abusivismo non si limitano solamente agli aspetti legali, ma si estendono a problematiche economiche e sociali per la comunità, che si trova spesso a vivere in una realtà in cui la criminalità e l’illegalità prevalgono.

Le vacanze estive, una tradizione per tanti casertani e napoletani, hanno preso una piega inaspettata con l’interruzione degli accessi agli immobili abusivi. L’intervento della magistratura ha, infatti, interrotto l’ideale di relax e svago associato alla località, costringendo famiglie e gruppi di persone a rivalutare la loro relazione con il territorio. Se da un lato si attende una risposta definitiva dalle autorità locali, dall’altro è importante che la comunità prenda consapevolezza della necessità di un cambiamento che possa garantire legalità, sicurezza e rispetto per l’ambiente.

L’operato della magistratura e delle forze dell’ordine rappresenta un primo passo verso la giustizia, ma l’auspicio è che si possa intraprendere un percorso di rinnovamento per un territorio che, nonostante le sue ferite, ha il potenziale per rifiorire.

  • Donatella Ercolano

    Donatella Ercolano è una talentuosa blogger che collabora con il sito Gaeta.it, dove si occupa principalmente di temi culturali e sociali. Originaria di Napoli, Donatella ha portato il suo amore per la cultura e la società fino a Gaeta, dove ha trovato un'audience dedicata e interessata. Con una formazione accademica in Sociologia, la sua analisi sui fenomeni sociali attraverso la lente dei media è acuta e ben argomentata. Nelle sue pubblicazioni, Donatella affronta argomenti vari come l'evoluzione culturale, l'impatto delle tecnologie sulla società, e le questioni di genere, sempre con uno stile chiaro e provocatorio. La sua capacità di rendere temi complessi accessibili e intriganti ha fatto di lei una voce molto seguita e rispettata su Gaeta.it.

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