Nel dibattito sull’omosessualità all’interno dei seminari, Papa Francesco ha sollevato polemiche con le sue dichiarazioni. Paolo Brosio, giornalista e uomo di fede, analizza le parole del Pontefice e il contesto deontologico che le informa.
La chiarezza delle direttive ecclesiastiche
Brosio sostiene che le direttive della Chiesa impongono la castità ai seminaristi, seguendo i dettami del Vangelo. Questo requisito, unito alla presenza esclusivamente maschile nei seminari, aumenta il rischio di relazioni non appropriate in caso di presenza di omosessuali. Secondo il giornalista, il Papa mette in guardia da questa eventualità, senza alcuna discriminazione verso gli omosessuali in sé.
La purezza sacerdotale come obiettivo
Il giornalista sottolinea che la questione non riguarda un giudizio negativo sugli omosessuali, ma piuttosto l’esigenza di chiarezza e coerenza con gli insegnamenti di Gesù riguardo alla santità dei sacerdoti. Brosio evidenzia come la passione sia un’ostacolo alla purezza, sia che si tratti di eterosessuali che omosessuali. Tuttavia, la mancanza di presenza femminile nei seminari riduce la tentazione per gli eterosessuali, come osserva il giornalista.
Evitare le situazioni di tentazione
Brosio prosegue spiegando che il Papa sottolinea la necessità di evitare situazioni che possano portare alla tentazione e alla mancanza di castità. Il giornalista usa un’immagine forte, paragonando l’ingresso di suore attraenti nei seminari a mettere una volpe nel pollaio: sinonimo di disordine e peccato. La conclusione di Brosio è netta: è compito dei seminaristi evitare situazioni di pericolo e mantenere la purezza richiesta dalla vocazione sacerdotale.
Ultimo aggiornamento il 28 Maggio 2024 da Donatella Ercolano