Causa da 1,7 miliardi tra Regione Sardegna e Governo: un conflitto sui tributi erariali

Causa da 1,7 miliardi tra Regione Sardegna e Governo: un conflitto sui tributi erariali

La Regione Sardegna avvia un’azione legale contro il Governo per recuperare 1,72 miliardi di euro in mancati introiti tributari dal 2010, evidenziando la crisi finanziaria dell’isola.
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Causa da 1,7 miliardi tra Regione Sardegna e Governo: un conflitto sui tributi erariali - Gaeta.it

La Regione Sardegna ha avviato un’azione legale nei confronti del ministero dell’Economia e delle Finanze e della presidenza del Consiglio dei ministri, facendo richiesta al Tribunale civile di Cagliari di riconoscere e restituire circa 1,72 miliardi di euro. Questa somma rappresenta i mancati introiti derivanti dalla compartecipazione ai tributi erariali dal 2010 a oggi, creando un’attenzione particolare intorno a una questione che ha forti ripercussioni economiche sull’isola.

I mancati introiti: una situazione allarmante

La controversia riguarda i mancati introiti che la Regione ha subito a partire dal 2010. Inizialmente, fino al 2019, le decurtazioni erano relativamente limitate, non superando i 100 milioni di euro. Tuttavia, dal 2021 in poi, la situazione ha subito un’evidente escalation. L’anno che ha segnato il primo reale allarme è stato il 2021, quando il Governo ha prelevato dalla Regione ben 146 milioni di euro. Il prelievo è aumentato drasticamente nei due anni successivi: nel 2022, 256 milioni; nel 2023, 454 milioni; e per il 2024 si preannuncia un ulteriore prelievo di 385 milioni.

Queste risorse risultano fondamentali per la gestione delle finanze regionali. Giuseppe Meloni, vice presidente della Giunta e assessore alla Programmazione, ha sottolineato come tali ammanchi siano critici per la chiusura della manovra finanziaria. Le decurtazioni hanno, infatti, messo in ginocchio la capacità della Regione di pianificare le proprie spese e investimenti.

Un braccio di ferro tra istituzioni

Nel corso di un’audizione nella Terza Commissione del Consiglio regionale, Meloni ha descritto la conflittualità tra la Regione e lo Stato come un vero e proprio braccio di ferro. L’esponente della Giunta ha dichiarato che le decurtazioni operate dal Governo sono state giudicate illegittime. Inoltre, ha espresso la speranza di risolvere la questione mediante un accordo che possa soddisfare le esigenze della Sardegna.

Tuttavia, nonostante il Governo abbia riconosciuto il debito, la proposta avanzata per risolvere il contenzioso sembra insufficiente. L’intesa proposta di 800 milioni di euro, spalmati su un arco di dieci anni, è stata definita da Meloni come irricevibile. Secondo il vice presidente, la somma rappresenta meno della metà del dovuto. La proposta di restituzione su dieci anni, che non rispetta le necessità immediate della Regione, non ha trovato accoglimento.

Il ricorso e le motivazioni legali

Di fronte a una situazione che non permette margini di manovra, la Regione ha deciso di intraprendere una via legale. Il ricorso presentato al Tribunale si basa principalmente sul riconoscimento dei diritti sanciti dallo Statuto speciale della Sardegna, che conferisce all’isola una quota fissa sul gettito di alcuni tributi erariali.

Questo elemento ha rappresentato un importante punto di forza per la Regione, in quanto evidenzia un diritto storico e un accordo che dovrebbe essere rispettato. La Regione chiede una cifra di 1,3 miliardi di euro, proposta che sinora non ha trovato riscontro da parte del Governo. A questo punto, il percorso legale si prospetta come l’unica opzione per la Regione Sardegna per ottenere i risarcimenti necessari a garantire la stabilità finanziaria e la pianificazione futura.

Ultimo aggiornamento il 6 Febbraio 2025 da Sofia Greco

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