La controversa cementificazione della Costa dei Trabocchi, un noto tratto costiero abruzzese, sta suscitando un acceso dibattito pubblico. Le recenti notizie riguardanti la costruzione di un villaggio turistico sul promontorio dell’Acquabella a Ortona hanno allertato diverse associazioni ambientaliste e storiche. Da quanto emerso, il progetto prevede la realizzazione di dieci edifici, un ristorante e due piscine in un’area attualmente coperta da secolari ulivi, con un impatto significativo su un territorio che già affronta sfide legate alla conservazione.
I dettagli del progetto sulla Costa dei Trabocchi
Il progetto prevede l’edificazione di una vasta area di circa 12.000 mq, localizzata adiacente alla Riserva Regionale dell’Acquabella. Questa zona è stata designata per essere parte della rete Natura 2000, sotto il progetto Life Nature “Calliope”, co-finanziato dalla Regione Abruzzo con un investimento di oltre 1,9 milioni di euro. Questo piano ha avuto come finalità la conservazione della biodiversità, lasciando perplessi i gruppi ecologici. Le associazioni, tra cui Italia Nostra e Ortona Sostenibile, esprimono preoccupazione per il fatto che i fondi pubblici, volti a preservare l’ecosistema, possano ora essere utilizzati per un’iniziativa contraria ai loro scopi.
Recensioni recenti sull’accesso agli atti hanno sollevato dubbi circa la legalità delle autorizzazioni rilasciate per la costruzione. Gli ulivi storici dell’area, simbolo dell’identità locale, rischiano di essere sostituiti da un’invasione del cemento, creando un evidente paradosso per chi sostiene la tutela ambientale.
Contraddizioni nella gestione del territorio
Il Comune di Ortona, pur avendo riconosciuto il valore ambientale dell’area in questione attraverso delibere consiliari miranti a classificarla come Sito di Interesse Comunitario, ha ugualmente rilasciato permessi per la costruzione. Questa incoerenza ha destato l’incredulità degli ambientalisti, che sottolineano come si stiano contraddicendo le linee guida che dovrebbero garantire la protezione di spazi verdi molto significativi per la conservazione della biodiversità.
La cementificazione continua a colpire il paesaggio del territorio e, secondo dati recenti presentati dall’ISPRA, il consumo di suolo e la perdita di aree agricole starebbero già raggiungendo livelli preoccupanti. Il villaggio turistico, progettato in una zona classificata come agricola, è un chiaro esempio di una confusione normativa allarmante riportata in cartografie non sempre aggiornate o accurate nei documenti del Piano Regolatore Generale.
Questioni di sostenibilità nel turismo
Il mercato delle vacanze si sta spostando verso una dimensione più green e rispettosa delle tradizioni e del patrimonio locale. La creazione di villaggi turistici tradizionali non risponde più alle nuove esigenze dei turisti, i quali cercano esperienze più genuine, legate al territorio. Questo squilibrio mette in discussione le scelte progettuali per una zona di notevole valore etico e storico, specialmente in un contesto dove è necessaria una maggiore attenzione alla sostenibilità e alla conservazione.
L’idea di costruire spazi per il turismo di massa in un’area ricca di significato commemorativo, come quella limitrofa al Cimitero Canadese, offusca il valore del luogo, che ospita la memoria dei caduti della Battaglia di Ortona. Le strutture turistiche, con il loro affollamento, andrebbero a snaturare la tranquillità e il rispetto dovuto a un monumento memoriale.
Appelli alla responsabilità e alla riflessione
Diverse associazioni chiedono un ripensamento sul progetto, invitando le autorità competenti a richiamare le proprie decisioni e garantire che le autorizzazioni siano verificate in modo rigoroso. L’appello è rivolto a promuovere un’offerta turistica che non solo preservi il territorio, ma che tenga conto delle esigenze moderne di sostenibilità. Un futuro in cui l’interesse comune e la memoria collettiva possano essere salvaguardati è di vitale importanza per le generazioni a venire.
Questa situazione complessa rappresenta un’importante opportunità per riflettere sulle politiche urbanistiche e sul modo in cui vengono affrontate le istanze di tutela ambientale e memoriale. La pressione per trovare un equilibrio tra sviluppo e conservazione è più forte che mai, e ci si aspetta una risposta tempestiva e convincente da parte delle istituzioni coinvolte nel governo del territorio.
Ultimo aggiornamento il 6 Dicembre 2024 da Donatella Ercolano