Nella zona di Romanina a Roma, un ex magazzino abbandonato in via Alimena è stato occupato da circa un centinaio di persone, tra cui famiglie rom e latinoamericane. Le nuove occupazioni, avvenute poco dopo le festività, hanno sollevato preoccupazioni tra i residenti locali e hanno attirato l’attenzione dei rappresentanti politici del municipio VII. Questo fenomeno di occupazione, che si ripete sul territorio, porta alla luce questioni di sicurezza e disagio sociale che coinvolgono l’intero quartiere.
La situazione attuale nell’ ex magazzino
L’immobile occupato si trova in una posizione strategica, all’incrocio tra via Carmignani, via Alimena e via Schiavonetti. Qui, un gruppo variegato di persone ha trovato riparo, molte delle quali provengono da recenti sgomberi di strutture limitrofe, come il magazzino di Tor Cervara, devastato da un incendio lo scorso 25 novembre. Altri occupanti sono gli stessi già sgomberati dal vicino ex hotel Petra, avvenuto il 22 ottobre. Questo flusso migratorio fra strutture abbandonate mette in evidenza un fenomeno di occupazione che non sembra destinato a fermarsi.
Le ragioni di questa nuova ondata di occupazione risiedono, oltre alla disperazione abitativa, nel progressivo sgombero di altre aree diffuse nel territorio. L’occupazione di Romanina non è quindi un caso isolato, ma si inserisce in un contesto di continui spostamenti di famiglie in cerca di un luogo dove risiedere. L’ex Hotel Cinecittà, sgomberato il 24 settembre, e l’ex hotel Jonio, precedentemente occupato, hanno contribuito a questo movimento. Questo scenario complesso evidenzia un’emergenza abitativa che richiede una gestione efficace e un intervento coordinato tra istituzioni e servizi sociali.
La reazione dei residenti e le preoccupazioni di sicurezza
L’occupazione del magazzino ha generato un forte malcontento tra i residenti della Romanina, preoccupati per l’innalzarsi dei rischi legati alla criminalità. Un abitante della zona ha esternato il suo disappunto, sottolineando che molte delle famiglie occupanti provengono da situazioni problematiche, sollevando interrogativi sulla sicurezza del quartiere. Il timore di episodi delinquenziali ha innescato una serie di apprensioni tra i cittadini, che chiedono un intervento immediato da parte delle forze dell’ordine.
Da questa reazione emerge un quadro complesso, dove l’occupazione di spazi abbandonati non si limita a un problema abitativo, ma si intreccia con preoccupazioni di sicurezza pubblica. Gli abitanti chiedono un maggiore controllo e una presenza delle istituzioni per garantire il rispetto della legalità e la sicurezza del loro quartiere. Questo scenario mette in luce la necessità di una risposta non solo da parte delle forze dell’ordine, ma anche dell’amministrazione comunale per affrontare l’emergenza sociale che si sta manifestando in modo così evidente.
Le iniziative politiche e le richieste di intervento
Rachele Mussolini e Francesco Carpano, consiglieri comunali di Roma per Forza Italia, insieme a Giovanni Cedrone, coordinatore di Forza Italia per il municipio VII, hanno ufficializzato la loro richiesta di sgombero dell’immobile occupato. Attraverso una lettera indirizzata al prefetto di Roma, Lamberto Giannini, hanno sottolineato l’urgenza di un intervento rapido per gestire la situazione. La missiva evidenzia il crescente malcontento tra la popolazione residente e la necessità di ristabilire un senso di legalità nel territorio.
Il documento presentato non è un singolo atto, ma si inserisce in un contesto più ampio di frustrazione nei confronti della gestione amministrativa degli spazi pubblici e dell’abbandono che caratterizza molte zone al di fuori del Grande Raccordo Anulare. L’appello mira a sollecitare una risposta concreta, accrescendo le aspettative verso il prefetto, che in passato ha dimostrato attenzione nei confronti di situazioni simili, come dimostrano gli sgomberi effettuati presso gli ex Hotel Cinecittà e Petra. Il futuro di Romanina appare incerto, e il dibattito sull’occupazione dei beni pubblici continua ad animare il confronto tra cittadini, politici e istituzioni.
Ultimo aggiornamento il 5 Dicembre 2024 da Sara Gatti