Centro antiviolenza di Cosenza chiuso per lavori: volontarie e cittadini in mobilitazione

Centro antiviolenza di Cosenza chiuso per lavori: volontarie e cittadini in mobilitazione

La chiusura del Centro antiviolenza Roberta Lanzino a Cosenza, causata da lavori di ristrutturazione non comunicati, solleva preoccupazioni per la sicurezza delle donne e richiede maggiore trasparenza dalle autorità.
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Centro antiviolenza di Cosenza chiuso per lavori: volontarie e cittadini in mobilitazione - Gaeta.it

L’interruzione delle attività del Centro antiviolenza Roberta Lanzino di Cosenza ha generato preoccupazione e indignazione tra le volontarie e la comunità locale. La decisione della Regione Calabria di avviare lavori di ristrutturazione senza preavviso ha portato alla sospensione del servizio, fondamentale per le donne in difficoltà. Antonella Veltri, componente del Consiglio direttivo del Centro, ha espresso la sua frustrazione in merito alla situazione attuale, evidenziando anche le carenze nella comunicazione da parte delle autorità regionali.

Il caos della ristrutturazione: quali conseguenze?

Le difficoltà affrontate dal Centro antiviolenza sono amplificate dalla mancanza di luce nel palazzo che ospita l’istituzione da oltre dieci anni. Antonella Veltri ha rivelato che, a partire da venerdì scorso, lo stabile è rimasto senza elettricità a causa della sospensione dei servizi. Questa situazione ha creato non solo disagio, ma ha anche messo a rischio la custodia di dati sensibili, essenziali per proteggere la privacy e la sicurezza delle donne che si rivolgono al Centro. I materiali archiviati, tra cui documenti e computer, possono contenere informazioni delicate e la loro sicurezza è ora compromessa.

Il numero di volontarie attive al Centro è di quindici, e tutte operano a turni h24, rispondendo al numero per le emergenze 1522. La chiusura, quindi, non rappresenta solo una pausa nei servizi, ma una vera e propria interruzione del pubblico servizio, che ha determinato la necessità di avvisare immediatamente la Prefettura. Veltri ha anche sottolineato il desiderio della direttrice e del team di avviare un crowdfunding per i lavori, ma ha chiesto che la Regione autorizzi ufficialmente tale iniziativa.

Cittadini e associazioni uniti per la causa

Nel corso di una conferenza stampa organizzata in risposta alla situazione, il supporto della cittadinanza è emerso chiaro e forte. Tantissimi membri di associazioni locali si sono presentati in solidarietà, pronti a mobilitarsi per garantire la ripresa delle attività del Centro antiviolenza. La CGIL di Cosenza ha proposto alcuni locali da utilizzare temporaneamente, dimostrando concretamente la volontà di combattere per il diritto delle donne ad avere un supporto immediato. La risposta del pubblico indica una forte coscienza sociale e un impegno collettivo per la protezione delle donne vulnerabili.

Richieste di comunicazione e trasparenza

Antonella Veltri ha chiesto formalmente alla Regione Calabria di fornire risposte scritte in merito ai lavori di ristrutturazione e alla tempistica prevista. La mancanza di una pianificazione adeguata, secondo Veltri, rappresenta una forma di violenza sulle donne, poiché interferisce con un servizio di vitale importanza. La coordinatrice ha espressamente chiesto che venga adottata una comunicazione più chiara e trasparente, sottolineando quanto sia fondamentale garantire il diritto delle donne a ricevere assistenza in caso di necessità.

La situazione sembra essere tornata a una parvenza di normalità con l’arrivo di un operaio che ha ripristinato l’elettricità nello stabile, ma questo non cancella l’amarezza per la gestione degli eventi. Veltri ha concluso la conferenza esprimendo sconcerto per il modo in cui sono state trattate questioni così delicate, mettendo in evidenza l’importanza di un approccio più responsabile e consapevole da parte delle istituzioni.

Ultimo aggiornamento il 8 Febbraio 2025 da Donatella Ercolano

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