Cerimonia a Roma per i militanti del MSI: tensioni e scontri di ideologie contrapposte

Cerimonia a Roma per i militanti del MSI: tensioni e scontri di ideologie contrapposte

A Roma, una cerimonia commemorativa per i militanti del MSI uccisi nel 1978 ha suscitato tensioni politiche e sociali, con proteste antifasciste e forti critiche verso simboli controversi come il saluto romano.
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Cerimonia a Roma per i militanti del MSI: tensioni e scontri di ideologie contrapposte - Gaeta.it

A Roma si è svolta una cerimonia commemorativa per ricordare i militanti del Movimento Sociale Italiano uccisi nel 1978. L’evento, organizzato da CasaPound, ha attirato un’ampia partecipazione e ha fatto emergere forti reazioni e tensioni tra diverse fazioni politiche e sociali. L’atmosfera è stata caratterizzata non solo da un tributo ai caduti, ma anche da momenti di confronto e contestazione.

Dettagli della commemorazione e partecipazione

La cerimonia si è tenuta nel cortile antistante l’ex sezione del MSI in via Acca Larenzia. Circa 1300 persone, tra militanti e cittadini, hanno risposto all’appello di Gianluca Iannone, presidente di CasaPound, il quale ha invitato i presenti a rendere onore ai tre militanti assassinati: Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni. Durante l’evento, i partecipanti hanno eseguito il saluto romano in segno di rispetto e riconoscimento delle vittime, elemento che ha suscitato critiche e preoccupazione da parte delle autorità.

La commemorazione è durata meno di cinque minuti, registrata dalla polizia scientifica per garantire la sicurezza e analizzare eventuali comportamenti problematici. La Questura di Roma ha attuato misure di sicurezza stringenti impiegando diverse unità delle forze dell’ordine per monitorare l’evento e prevenire possibili disordini.

La risposta delle autorità e proteste contrapposte

La presenza massiccia delle forze dell’ordine è stata anche giustificata dalla manifestazione antifascista che si svolgeva simultaneamente in via Appia. Qui si trova una lapide commemorativa dedicata a Ivano Zino, ucciso in un agguato nel 1978. Il contrasto di ideologie tra i simpatizzanti della destra e i gruppi antifascisti ha chiaramente espresso le tensioni latenti nel contesto politico attuale. A questo proposito, gli agenti della Digos sono già al lavoro per identificare eventuali atti di apologia del fascismo, in considerazione delle polemiche suscitate dall’evento.

Un altro episodio significativo della giornata è stato il richiamo fatto dal governatore del Lazio Francesco Rocca, il quale ha dichiarato di non voler partecipare a commemorazioni con il Comune di Roma, evidenziando ulteriormente le divisioni politiche. Le celebrazioni organizzate separatamente hanno alimentato le tensioni e le rivalità tra le diverse istituzioni.

Contestazioni da parte dei passanti e critiche politiche

Durante la cerimonia, un passante ha interrotto l’evento urlando frasi a sostegno della Resistenza, evidenziando il contrasto tra le celebrazioni per i militanti di destra e i valori della Costituzione italiana. Questo gesto di protesta ha portato all’identificazione del giovane da parte delle forze dell’ordine, suscitando un senso di frustrazione tra coloro che si oppongono all’apologia del fascismo. L’individuo ha espresso il suo rifiuto di vedere Acca Larenzia trasformarsi in un luogo di celebrazioni simili a quelle di Predappio.

Insoddisfazione anche da parte di rappresentanti di Anpi e dell’opposizione, con l’affermazione che gesti come il saluto romano non siano accettabili in una società democratica. Le posizioni polarizzate hanno messo a nudo le complessità della memoria storica italiana e il modo in cui viene reinterpretata da diverse fazioni politiche.

Il dibattito su come commemorare i tragici eventi del passato continua a essere al centro di tensioni politiche e sociali, mentre Roma si trova a dover affrontare un presente sempre più diviso.

Ultimo aggiornamento il 7 Gennaio 2025 da Marco Mintillo

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