La morte di papa francesco ha aperto la strada a molte domande sul futuro della guida della Chiesa cattolica. La scelta del nuovo pontefice spetta ai cardinali riuniti in conclave, convocato tra il 5 e il 10 maggio 2025. Questo momento suscita curiosità e speculazioni, alimentate anche da antiche leggende e profezie che osservano con attenzione i possibili candidati al soglio pontificio.
il conclave di maggio 2025: regole e tempistiche dell’elezione papale
Il conclave rappresenta la fase finale e decisiva per la successione al papa, convocato non appena si verifica la sede vacante. Nel 2025, i cardinali elettori si riuniranno a roma per scrutinare i nomi validi al ruolo di vescovo di roma. Il rito si svolgerà nella cappella sistina, seguendo un metodo consolidato: si procede a votazioni segrete fino a che uno dei candidati non ottenga almeno due terzi dei voti.
chi sono gli elettori e come si svolge la votazione
Gli elettori sono cardinali sotto gli 80 anni. In questo caso, la convocazione tra il 5 e il 10 maggio lascia spazio a giorni di consultazioni preliminari, in cui si valuta il profilo dei pontifì candidabili. Tale scadenza è fissata dalla costituzione apostolica universi dominici gregis istituita da papa Giovanni Paolo II e aggiornata da papa francesco, che detta tempi e procedure della successione.
Un aspetto cruciale riguarda la scelta del prossimo papa, che non dipende solo da criteri geografici o pastorali, ma anche da alleanze ecclesiastiche, visioni teologiche e preferenze interne. Date queste premesse, è normale il diffondersi di profezie e interpretazioni che cercano di anticipare il nome del nuovo pontefice.
la profezia di san malachia e “pietro romano”: cosa dice l’antica predizione
Tra le profezie più dibattute figura quella attribuita a san malachia, arcivescovo irlandese morto nel 1148. Questo testo comprende 112 motti latini che descrivono i papi dalla metà del XII secolo fino a una figura finale chiamata “pietro romano”. La profezia circola nel mondo cattolico e mediatico soprattutto in momenti di transizione papale.
il testo della profezia finale
La parte finale, che identifica il papa conclusivo, recita così: “in persecutione extrema s.r.e. sedebit petrus romanus, qui pascet oves in multis tribulationibus; quibus transactis civitas septicollis diruetur, et iudex tremendus iudicabit populum suum. finis”. L’interpretazione indica un pontefice che presiederà in tempi difficili, prima della distruzione di roma e di un giudizio finale.
Queste parole hanno scatenato discussioni sul significato letterale o simbolico della profezia. La frase sulla “città dei sette colli” distrutta può riferirsi a roma fisicamente o a un evento di altra natura, ma non esistono elementi concreti che possano sostenerne la realizzazione immediata o futura in termini materiali.
i candidati con il nome pietro e il risveglio dell’interesse sulla profezia
Una curiosità che ha attirato l’attenzione negli ultimi mesi riguarda tre cardinali chiamati pietro, considerati tra i “papabili” per il prossimo pontificato. Il primo è pietro parolin, attuale segretario di stato della santa sede, noto per il ruolo politico e diplomatico che da tempo svolge. Il secondo è peter turkson, cardinale del ghana con una forte presenza negli organismi vaticani legati alla giustizia sociale. Infine c’è peter erdo, primate della chiesa ungherese, figure chiave nel contesto europeo.
La coincidenza dei nomi con la profezia ha suscitato attenzione mediatica e speculazioni, anche se nessuna nomina o indicazione ufficiale conferma o suggerisce una scelta incentrata su questo dettaglio. La presenza di cardinali con il nome pietro, infatti, non è garanzia di successione, ma alimenta la fantasia popolare e alcune interpretazioni.
Il discorso sulla fine di roma resta invece una questione aperta a interpretazioni e simbolismi. Non ci sono prove su una possibile distruzione reale della città entro il pontificato di “pietro romano” o in tempi imminenti. La profezia, dunque, va trattata con cautela e senza attribuirle un valore predittivo sicuro.
Gli sviluppi sul fronte delle candidature e delle dinamiche interne alla santa sede saranno determinanti per chiarire gli scenari possibili. Le prossime settimane vedranno intensificarsi gli scambi e le analisi tra gli addetti ai lavori e gli osservatori esterni, in attesa del conclave che definirà il futuro della chiesa cattolica.