Nella mattinata odierna, il consiglio provinciale di Chieti ha illustrato i dettagli della nuova delibera riguardante la gestione dei corsi d’acqua nel proprio territorio. L’obiettivo è quello di chiarire con precisione quali corsi d’acqua ricadono sotto la competenza della Provincia, una necessità emersa alla luce di normative regionali e nazionali spesso poco chiare. Attraverso questa decisione, si intende stabilire in modo inequivocabile le responsabilità nei settori della manutenzione, gestione e rilascio delle autorizzazioni riferite a questi corsi.
Identificazione e competenze sui corsi d’acqua
La delibera ha confermato l’identificazione di un totale di 66 corsi d’acqua pubblici, la cui competenza è di gestione provinciale. Questa identificazione è stata effettuata attraverso un incrocio tra le informazioni contenute nel Regio Decreto del 1901 e nel catasto terreni dell’Agenzia del Territorio. I corsi d’acqua classificati come “alvei pubblici” includono fiumi, torrenti, fossi, canali, rigagnoli e laghi, a patto che siano al di fuori dei centri abitati.
È importante sottolineare che sono stati inclusi nell’elenco soltanto i corsi d’acqua che attraversano due o più Comuni, con una lunghezza superiore a 5.000 metri, oppure che si estendono per almeno 2.000 metri all’interno del territorio di più Comuni. Questi corsi servono per stabilire confini naturali e sono strategici per la gestione delle risorse idriche. La chiarezza su tali parametri si è resa necessaria per evitare ambiguità che potrebbero portare a conflitti di competenze tra enti locali.
Esonero dalle competenze provinciali
La delibera prevede anche delle esclusioni dalla competenza provinciale. I corsi d’acqua già cementificati da Consorzi di Bonifica o da altri enti non rientrano sotto la giurisdizione provinciale. Inoltre, i corsi che attraversano i centri abitati o quelli che misurano meno di 2.000 metri sono considerati di competenza esclusivamente comunale. I grandi fiumi, come il Pescara, il Sangro e l’Alento, restano di competenza regionale. Questa suddivisione mira a semplificare la gestione e garantire che ogni ente operi nei limiti delle proprie responsabilità, evitando sovrapposizioni.
Elenco dei corsi d’acqua provinciali
I corsi d’acqua individuati dal provvedimento sono stati dettagliati in un elenco che comprende il Torrente Sente, il Vallone della Badia, il Fiume Monnola e molti altri, per un totale di 661 chilometri. Ogni corso d’acqua, come il Torrente Annecchia o il Fosso di Gissi, rappresenta un’importante risorsa per la provincia e per le comunità locali. La gestione di questi corsi riveste un’importanza cruciale per la tutela e la valorizzazione dell’ambiente e per la sicurezza idraulica del territorio.
Le dichiarazioni del presidente
Il presidente della Provincia, Francesco Menna, ha messo in risalto l’importanza di questa delibera. Secondo lui, questo atto rappresenta un passo decisivo per delineare con chiarezza le competenze legate ai corsi d’acqua e per avviare una gestione più efficiente delle risorse idriche. Con questa nuova configurazione, i ruoli di Provincia, Comuni, Consorzi di Bonifica e Regione saranno finalmente distinti, contribuendo a una maggiore trasparenza e collaborazione tra gli enti. La Provincia assumerà ora la responsabilità diretta su 66 corsi d’acqua, un cambiamento che, secondo Menna, aiuterà a definire meglio le linee operative delle attività di polizia idraulica e di pronto intervento nella regione.