La procura di Rovigo ha concluso le indagini riguardanti la serie di atti vandalici che hanno colpito sette autovelox nel Polesine. Un uomo di 43 anni è stato identificato e accusato di danneggiamento aggravato per questi episodi che hanno suscitato un certo scalpore in provincia. Questi eventi si sono verificati in un lasso di tempo che va dal 2023 al 2025 e hanno portato a un’operazione investigativa mirata da parte delle forze dell’ordine.
I dettagli degli atti vandalici
Il fenomeno vandalico ha avuto inizio nel 2023 e si è ripetuto in diverse date e località, creando un allarme per le autorità. Le azioni, compiute da un individuo che i media hanno soprannominato “Fleximan“, hanno portato alla distruzione di rilevatori di velocità collocati lungo le strade statali, regionali e provinciali. Il 24 dicembre 2023, gli autovelox a Corbola e Taglio di Po sono stati danneggiati, seguiti da un attacco a Rosolina il 3 gennaio 2024. Altri danneggiamenti sono avvenuti a Bosaro, Ariano Polesine e nuovamente a Taglio di Po, contribuendo ad aumentare la preoccupazione tra i residenti e le autorità locali.
Le indagini condotte dai Carabinieri di Adria hanno messo in luce come il sospettato avesse agito “in concorso con ignoti“, utilizzando strumenti da taglio per recidere i cavi e compromettere le funzionalità dei dispositivi di rilevazione della velocità. L’accertamento delle modalità operative ha permesso di ricostruire il contesto dei reati, confermando la sistematicità degli attacchi che, per l’entità e la precisione, hanno sorpreso anche gli investigatori.
Le indagini e le tecniche investigative
La procura ha delegato i Carabinieri di Adria a condurre un’indagine approfondita, effettuando verifiche sui luoghi dei danneggiamenti e analisi tecniche delle celle telefoniche per restringere il campo dei sospetti. Tra le misure adottate, le forze dell’ordine hanno eseguito perquisizioni mirate e sequestri di oggetti pertinenti ai reati, raccogliendo prove per supportare le accuse mosse contro il 43enne. Emerge, quindi, un quadro complesso che si basa non solo sulle testimonianze, ma anche su dati tecnici che hanno permesso di stabilire collegamenti tra il sospettato e i fatti criminosi.
Nonostante il proliferare dei raid vandalici, gli accertamenti hanno condotto a una chiara identificazione del soggetto. La ferma azione investigativa ha dimostrato la capacità delle forze dell’ordine di far fronte a problematiche di sicurezza pubblica, salvaguardando al contempo il patrimonio stradale e l’efficienza degli strumenti di monitoraggio della velocità.
Il profilo dell’accusato
Il 43enne arrestato e accusato di danneggiamento aggravato ha mantenuto un profilo discreto durante le fasi iniziali delle indagini. Maggiori dettagli sul suo passato non sono ancora stati resi noti, ma le autorità continuano a lavorare per comprendere le motivazioni alla base dei suoi atti vandalici. Con un conflitto in atto tra l’esigenza di sicurezza stradale e la reazione violenta a misure di controllo, questo caso sottolinea le tensioni locali che emergono in contesti dove il rispetto delle norme è percepito come problematico.
Mentre il caso si dirige verso le fasi successive del processo legale, rimane da vedere quali ulteriori elementi potrebbero emergere e come le autorità si muoveranno per prendere misure preventive di fronte a questi atti.