L’ennesima chiusura della linea Circumvesuviana alimenta malcontento tra i pendolari dell’area di Napoli. L’annuncio dell’Ente Autonomo Volturno riguardo la sospensione della circolazione sulla tratta San Giorgio-Volla-Baiano, a causa di lavori di ammodernamento, ha suscitato una reazione indignata da parte dei comitati pendolari vesuviani. Questo nuovo intervento non fa altro che evidenziare le difficoltà vissute dai cittadini che vivono nelle zone interne, già da tempo penalizzati dalla scarsa efficienza del servizio ferroviario.
Lavori programmati e istituzioni
La decisione di fermare i treni dalle 15:30 di sabato 8 marzo fino all’inizio del servizio lunedì 10 marzo ha colto di sorpresa molti. I comitati pendolari rimarcano come questa chiusura sia l’ennesima prova di una situazione che sembra non avere soluzione. Secondo loro, il nulla di fatto sulle promesse fatte in precedenza dall’azienda EAV è lampante. A seguito della lunga chiusura estiva, che si è protratta per tre mesi, ci si aspettava una ripresa dei servizi con notevoli miglioramenti, ma la realtà è ben diversa.
I pendolari mettono in discussione la necessità di chiudere le linee nel fine settimana, sostenendo che simili lavori su altre tratte, come quella di Sorrento, vengano effettuati senza interrompere il servizio. Questo solleva interrogativi sulla gestione operativa dell’azienda e sul motivo di tale disparità di trattamento tra le varie linee ferroviarie. La mancanza di scelte strategiche sembra aggravare la situazione per chi, ogni giorno, utilizza questi mezzi per spostarsi.
La voce dei pendolari: discriminazione e diritti
I rappresentanti dei comitati pendolari si fanno portavoce di un malessere più profondo. La loro nota evidenzia una percezione di discriminazione nei confronti delle zone interne rispetto ad altre aree metropolitane. Questo i cittadini, che già pagano le stesse tariffe e le elevate addizionali Irpef regionali, si sentono privati dei diritti di trasporto che dovrebbero avere come tutti gli altri.
Dai loro comunicati emerge una richiesta di equità e di attenzione particolare per le esigenze degli utenti delle linee meno fortunate. Ormai le continue chiusure e le mancate promesse hanno segnato profondamente l’esperienza dei pendolari, lasciando segni difficili da cancellare. In questo contesto, la fiducia nelle promesse elettorali future sembra vacillare: le parole non bastano più a riempire le lacune di un servizio che dovrebbe garantire il diritto alla mobilità a tutti i cittadini.
La situazione si presenta quindi non solo come una questione di trasporti, ma come un tema di giustizia sociale che tocca la vita quotidiana dei pendolari, costretti a fare i conti con un sistema che non soddisfa le loro necessità . La sfida resta aperta, con i comitati pronti a far sentire la loro voce fino a quando non verranno apportati cambiamenti significativi nel servizio ferroviario della zona.