La recente decisione del presidente del Tribunale di Napoli Nord, Luigi Picardi, di chiudere l’ufficio del giudice di pace al castello Aragonese di Aversa ha suscitato una forte reazione tra gli avvocati locali. La chiusura, disposta con un decreto emesso ieri, è stata motivata dall’assenza del personale amministrativo e dalla mancanza di servizi di cancelleria, evidenziando una problematica più ampia legata alla carenza di risorse umane nel sistema giudiziario.
Le ragioni della chiusura
Il presidente Picardi ha spiegato che l’ufficio del giudice di pace non poteva operare senza personale, situazione che non consentiva di garantire i servizi necessari. Con questo provvedimento, Picardi ha informato la Corte d’Appello di Napoli, indicando che l’ufficio rimarrà chiuso “fino all’adozione di provvedimenti necessari che ne consentano la riapertura”. Questa situazione è emersa in un contesto dove il Tribunale di Napoli Nord, istituito nel 2013, ha visto un incremento notevole del carico di lavoro, diventando uno dei più affollati sul territorio nazionale. Da un lato, il tribunale si trova a dover affrontare la difficoltà di smaltire l’enorme arretrato di processi, fissati al 2027, dall’altro, la carenza di personale rappresenta una delle problematiche strutturali che minano il funzionamento regolare della giustizia.
Le reazioni dell’Ordine degli avvocati
La notizia della chiusura ha colto di sorpresa gli esponenti del foro di Napoli Nord, che hanno immediatamente espresso la loro preoccupazione attraverso una nota ufficiale. Il presidente dell’Ordine, Gianluca Lauro, ha condannato fermamente la decisione di chiudere l’ufficio, affermando che “le problematiche interne ed organizzative non possono tradursi in una paralisi dell’attività giudiziaria”. Questa affermazione sottolinea l’importanza del diritto all’accesso alla giustizia, un principio fondamentale sancito dalla Costituzione italiana, che può essere compromesso da decisioni amministrative come questa.
In una tempistica molto stretta, l’Ordine ha intenzione di impugnare il provvedimento, considerandolo illegittimo sia per motivi formali che sostanziali. Gli avvocati ritengono che la chiusura dell’ufficio non sia solo illegittima, ma anche arbitraria, poiché è stata adottata senza un evento imprevisto che giustificasse una simile azione. La preoccupazione si concentra sulla possibilità che una disfunzione amministrativa possa bloccare un servizio essenziale per i cittadini, minando il diritto alla giustizia.
Proposte per la riapertura
L’Ordine degli avvocati ha anche avanzato delle proposte affinché si possa ristabilire la funzionalità dell’ufficio del giudice di pace. Secondo gli avvocati, una soluzione temporanea potrebbe includere l’applicazione di personale amministrativo del Tribunale per assicurare la continuità del servizio, oppure la richiesta di interpello distrettuale. Inoltre, una convenzione con associazioni di volontariato, come quella dei Carabinieri, potrebbe fornire una risposta temporanea a questa emergenza, evitando la totale interruzione dei servizi giuridici.
Il presidente Lauro ha garantito l’impegno dell’Ordine per risolvere rapidamente questa situazione, sottolineando che la chiusura di un ufficio giudiziario non è solo un problema tecnico, ma ha ricadute dirette sui diritti dei cittadini e sulle attività legali degli avvocati. La crisi del sistema giustizia, dunque, richiede misure concrete e tempestive che possano ripristinare le normali operazioni e garantire l’accesso alla giustizia per tutti.