Nella provincia di Pesaro-Urbino, l’attuale contesto bancario vede un crescente abbandono di servizi in aree interne. La recente chiusura della filiale di Intesa Sanpaolo a Frontone porta a quattordici il numero di comuni privi di sportelli bancari nel territorio. Questo fenomeno si inserisce in un più ampio trend che, secondo i dati forniti dalla Banca d’Italia, dall’anno 2015 ha registrato la chiusura di 496 sportelli bancari nelle Marche, un tasso di riduzione che tocca il 44% rispetto alla media nazionale del 37%.
Il fenomeno delle chiusure bancarie nei comuni montani
L’abbandono dei servizi bancari in territori considerati non redditizi ha un impatto significativo sulle comunità locali. La chiusura della filiale di Frontone è l’ultimo di una lunga serie che evidenzia la crescente difficoltà di accesso a servizi essenziali, soprattutto in comuni montani e zone interne della provincia. In quest’ottica, i rappresentanti della CNA di Pesaro e Urbino segnalano come alle chiusure stia seguendo un’inevitabile conseguenza: la desertificazione dei servizi. Michele Matteucci, presidente della CNA, denuncia come la strategia di ristrutturazione degli sportelli stia penalizzando questi comuni.
L’accesso alle banche è fondamentale, non solo per le transazioni quotidiane, ma anche per l’attività economica locale. L’assenza di sportelli bancari costringe i residenti a spostamenti più lunghi per gestire le proprie esigenze finanziarie, riducendo la loro interazione con i servizi bancari e, quindi, contribuendo a una diminuzione della fiducia nei confronti delle istituzioni finanziarie.
Le conseguenze per l’economia locale
Claudio Tarsi, direttore della CNA Pesaro e Urbino, evidenzia che la provincia è ormai diventata la seconda più colpita da questa tendenza. Attualmente, circa il 30% dei comuni rischia di rimanere privo di servizi bancari. Le istituzioni di credito più grandi, ritenute meno legate al territorio, sono le principali responsabili di queste chiusure. Al contrario, le Banche di Credito Cooperativo , riconosciute per il loro forte radicamento nelle comunità marchigiane, hanno mantenuto il numero degli sportelli pressoché costante.
Questa situazione non solo ostacola le opportunità di sviluppo per le piccole e medie imprese locali, ma influisce anche sulla qualità della vita dei residenti, che si vedono costretti a dosare il proprio tempo in base alla distanza da un ufficio bancario. Il rischio concreto è che questo scenario porti a una diminuzione della vitalità economica in fornire il supporto necessario alla crescita di iniziative imprenditoriali.
Soluzioni e prospettive future
Davanti a un contesto così complesso, è essenziale un monitoraggio costante e azioni coordinate per affrontare il problema della bancarizzazione nelle aree svantaggiate. Le misure potrebbero includere incentivi per le banche che decidano di mantenere servizi nelle zone interne o l’introduzione di iniziative che favoriscano la digitalizzazione dei servizi bancari.
In questo modo, anche i residenti dei comuni più piccoli potrebbero avere un accesso facilitato e più diretto ai servizi finanziari. Le istituzioni locali e le associazioni di categoria hanno un ruolo cruciale nel sensibilizzare l’opinione pubblica e le banche sulla necessità di una presenza continuativa nei territori che, seppur di minore dimensione, ricoprono un’importanza strategica per l’equilibrio socio-economico della provincia.