L’Italia, paese rinomato per la sua straordinaria tradizione culinaria, detiene il primato in Europa con ben 888 Indicazioni Geografiche . Queste certificazioni non solo proteggono una vasta gamma di cibi e bevande, ma rappresentano anche un patrimonio culturale e gastronomico di importanza globale. Un recente convegno ha messo in luce l’importanza di queste IG e del legame tra agricoltura e territorio, grazie alle parole del Commissario europeo all’Agricoltura, Cristophe Hansen.
L’importanza delle indicazioni geografiche
Le Indicazioni Geografiche sono un elemento distintivo per i prodotti dell’agroalimentare italiano. Riconoscere il valore di un prodotto come il Parmigiano Reggiano o il Prosciutto di Parma significa riconoscere l’heritage culturale e le tecniche artigianali che stanno dietro la loro produzione. Questi prodotti, oltre a garantire la qualità e l’autenticità, supportano le economie locali e la biodiversità, creando opportunità per gli agricoltori e favorendo il turismo enogastronomico.
Durante il suo intervento al convegno “Incontro con il sistema imprenditoriale agricolo italiano“, Hansen ha sottolineato come sia impossibile citare tutti i prodotti italiani di eccellenza, ma ha richiamato alla mente alcuni dei più noti, evidenziando l’importanza di tutelare e valorizzare queste autentiche chicche culinarie. La pronuncia dei marchi ha suscitato una reazione calorosa da parte del pubblico, evidenziando quanto i cittadini apprezzino il riconoscimento internazionale dei loro prodotti.
Ristabilire il legame tra agricoltura, territorio e cibo
Hansen ha presentato la quarta area prioritaria della nuova Politica Agricola Comune , che punta a rinforzare il legame tra cibo e consumatori. Questo approccio mira a garantire un accesso equo e sostenibile ai prodotti alimentari, specialmente in aree rurali e costiere. La nuova visione di sviluppo includerà anche misure per migliorare le condizioni di vita e lavoro di chi opera nel settore agricolo, consolidando così il ruolo dell’agricoltura come motore di sviluppo economico.
Si punta quindi a creare un “ambiente alimentare” che, oltre a garantire sicurezza nell’approvvigionamento, tenga conto della diversità culturale europea. Un accesso equo al cibo e la valorizzazione della ricca tradizione culinaria sono obiettivi che si intendono perseguire per mantenere viva la cultura gastronomica locale e promuovere pratiche agricole sostenibili.
La sicurezza alimentare e l’accesso al cibo
Il concetto di sicurezza alimentare non si limita solo alla disponibilità di generi alimentari, ma comprende un aspetto più ampio, comprendente l’accessibilità economica e l’integrazione delle culture alimentari diverse. Hansen ha invitato i presenti a non perdere di vista questo aspetto fondamentale quando si parla di agricoltura e sviluppo. La qualità dell’alimentazione offre l’opportunità di relazionarsi con il cibo in modo più consapevole e responsabile, prendendo in considerazione non solo il proprio benessere, ma anche quello delle comunità e dell’ambiente.
La diversificazione dell’offerta, unita a un focus sulla qualità, può decisamente migliorare l’esperienza del consumatore e rafforzare l’identità locale attraverso la valorizzazione dei prodotti tipici. Quindi, le sfide future richiederanno un approccio integrato e lungimirante, in grado di rispondere alle esigenze del mercato globale, senza rinunciare all’autenticità e alle tradizioni.
L’incontro con Hansen ha messo in evidenza l’importanza di ascoltare e rispondere alle necessità del settore agricolo, rafforzando così non solo l’economia locale, ma anche il patrimonio culturale europeo, che trova nei cibi e bevande tipici il suo fiore all’occhiello.