In un contesto globale caratterizzato da crisi ecologiche e sociali, il valore del cibo emerge come un argomento cruciale per garantire i diritti fondamentali di ogni individuo. In occasione dell’incontro del G7 Agricoltura a Siracusa, i presidenti di Slow Food, Edward Mukiibi e Barbara Nappini, hanno lanciato un appello ai leader mondiali affinché pongano al centro delle loro politiche la sostenibilità alimentare. Contemporaneamente, il movimento internazionale è stato protagonista a Torino con l’evento Terra Madre Salone del Gusto, radunando oltre 3 mila partecipanti da tutto il mondo per discutere dell’importanza di un’economia che rispetti l’ambiente e la salute.
Le crisi globali e l’urgenza di un cambiamento
Le parole di Mukiibi e Nappini nel corso della conferenza stampa a Roma evidenziano un quadro allarmante: il mondo è attualmente immerso in una serie di crisi senza precedenti che riguardano la biodiversità, le risorse naturali e il benessere delle persone. I leader del G7 sono stati invitati a riflettere sul fatto che le attuali pratiche di sviluppo si basano su una filosofia insostenibile, dominata da un mito di crescita illimitata e da una cultura del consumismo sfrenato.
L’iper-produzione e lo spreco alimentare non solo erodono le risorse del pianeta, ma compromettono anche il futuro degli ecosistemi e la salute dei cittadini. Secondo Mukiibi e Nappini, la risposta a queste problematiche deve includere un cambiamento radicale nelle relazioni con la natura, abbracciando pratiche agroecologiche per affrontare le crisi attuali e prevenirne di future. Questo nuovo approccio deve intervenire con urgenza e concretezza, affinché le pratiche agricole siano sostenibili e rispettose dell’ambiente.
Il documento di Slow Food: 10 punti per una alimentazione sostenibile
In questa occasione, Slow Food ha presentato un documento di 10 punti essenziali per promuovere un cibo buono, pulito e giusto per tutti. Queste proposte chiedono misure concrete da parte dei governi, come il sostegno alle aziende che adottano pratiche agroecologiche, la protezione della biodiversità e la promozione dell’educazione alimentare nelle scuole.
Tra le richieste più significative, Slow Food sottolinea l’importanza di implementare politiche che garantiscano trasparenza all’interno della catena alimentare, finalizzate a tutelare i consumatori e a garantire un giusto compenso per gli agricoltori. Altre misure mirano a ridurre lo spreco alimentare, promuovere l’acquisto di prodotti freschi e locali e limitare l’uso di imballaggi poco sostenibili. Queste proposte, presentate al Ministro dell’Agricoltura Lollobrigida e alle segreterie degli altri sei ministri presenti, rappresentano un passo fondamentale verso una governance alimentare più responsabile.
L’agroecologia come chiave di trasformazione
L’agroecologia viene identificata come uno dei pilastri fondamentali per una trasformazione radicale dei sistemi alimentari. Molti rapporti internazionali riconoscono l’agroecologia come una strategia cruciale per affrontare le crisi attuali in modo sostenibile. Essa offre un modello di transizione capace di garantire sovranità alimentare e sicurezza nutrizionale, enfatizzando la necessità di progettare sistemi alimentari che siano in grado di nutrire in modo sano ed ecologico.
In particolare, Slow Food ha lanciato l’iniziativa “Slow Food Farms”, dedicata a riunire le aziende agricole che operano secondo principi agroecologici. Queste realtà dovranno fungere da fulcro per le comunità locali, contribuendo a garantire un accesso equo a cibi sostenibili. Le Slow Food Farms, saldamente ancorate al territorio, svolgeranno un ruolo vitale nell’affrontare le crisi climatiche e sociali, dimostrando che un’alternativa è non solo necessaria, ma possibile.
Il ruolo di Terra Madre e l’educazione alimentare
Terra Madre Salone del Gusto rappresenta un’importante piattaforma per discutere le tematiche sollevate da Slow Food. Questo evento, che si svolgerà a Torino dal 26 al 30 settembre, offrirà oltre 600 conferenze e attività pratiche volte a educare la popolazione sull’importanza di un’alimentazione sostenibile e sulle politiche agroalimentari.
L’educazione alimentare è ancora una volta il focus principale, con richieste ferme affinché venga integrata nei programmi scolastici di ogni ordine e grado. Mukiibi e Nappini hanno rinforzato la necessità di instaurare una cultura del cibo che porti rispetto per la biodiversità, la fertilità del suolo e l’ambiente naturale.
L’evento di Torino fungerà, dunque, da catalizzatore per la diffusione di buone pratiche e storie di successo nel campo dell’alimentazione sostenibile, contribuendo a formare una coscienza collettiva rivolta verso un futuro più giusto e sostenibile per tutti.
Ultimo aggiornamento il 13 Settembre 2024 da Sara Gatti