Cinque anni dallo scandalo delle mascherine cinesi: il gruppo oberalp interviene sulla vicenda e sulle richieste di risarcimento

Cinque anni dallo scandalo delle mascherine cinesi: il gruppo oberalp interviene sulla vicenda e sulle richieste di risarcimento

Il gruppo Oberalp di Bolzano chiarisce il proprio ruolo di intermediario nelle forniture di mascherine cinesi durante la pandemia, chiedendo il rimborso di 30 milioni dall’Azienda sanitaria altoatesina e sottolineando le difficoltà gestionali in emergenza.
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Il gruppo Oberalp di Bolzano, coinvolto in un contenzioso per forniture di mascherine cinesi dichiarate inutilizzabili, ribadisce il proprio ruolo di intermediario finanziario e chiede il rimborso di 30 milioni di euro dalla pubblica amministrazione, sottolineando le difficoltà gestionali durante l’emergenza pandemia. - Gaeta.it

A distanza di cinque anni dallo scoppio della pandemia e dallo scandalo legato alle mascherine cinesi, il gruppo Oberalp di Bolzano rompe il silenzio sulla questione. L’azienda, nota per abbigliamento e attrezzatura da montagna, si trova ancora coinvolta nell’iter giudiziario relativo a due forniture di dispositivi di protezione individuale che ammontano rispettivamente a 9,6 e 28,2 milioni di euro, portate dalla Cina e poi dichiarate inutilizzabili dall’Inail. Oberalp afferma di aver svolto esclusivamente il ruolo di intermediario e anticipatore dei fondi per l’ente sanitario pubblico, e adesso chiede chiarimenti e il rimborso di 30 milioni di euro da parte dell’Azienda sanitaria altoatesina.

La posizione di oberalp sull’intermediazione delle mascherine

Il gruppo Oberalp ha ribadito che la sua funzione si è limitata all’intermediazione finanziaria per conto dell’ente pubblico, senza assumersi la responsabilità sulla qualità dei dispositivi. Secondo il ceo Christoph Engl e il presidente Heiner Oberrauch, l’azienda ha anticipato i fondi necessari per acquistare il materiale sanitario, ma non ha mai avuto il compito di informare il pubblico o garantire le caratteristiche dei dispositivi, attività che spettavano agli organi pubblici competenti. Oberalp ha precisato che, al momento dell’ordine, i dispositivi erano già prodotti e utilizzati in Cina ed erano stati individuati vari fornitori per reperire differenti tipologie di materiale protettivo.

La pubblicazione degli scambi di mail e messaggi

Questa dichiarazione arriva contestualmente alla pubblicazione in conferenza stampa degli scambi di mail e messaggi che hanno accompagnato la trattativa di acquisto. Il gruppo ha sottolineato che, vista la situazione di emergenza che si era creata nel 2020, non esistevano alternative disponibili e che la qualità dei materiali reperiti poteva variare. Oberalp ha rivendicato il ruolo di semplice intermediario senza competenze mediche o tecniche in materia di Dpi, mettendo in evidenza la complessità di gestire acquisti di questa natura in condizioni di crisi improvvisa.

Le motivazioni della richiesta di risarcimento da parte di oberalp

Dopo cinque anni dall’avvio dell’indagine sulle forniture, Oberalp ha annunciato la richiesta alla Provincia autonoma di Bolzano e all’Azienda sanitaria di riconoscimento di un credito da 30 milioni di euro. Il gruppo parla di una mancata restituzione degli anticipi versati e invita le istituzioni, compresa la Corte dei Conti e la politica locale, a trovare una soluzione equa per chiudere la vicenda. I vertici Oberalp puntano l’attenzione anche sulla parola data dal presidente della Provincia, che a suo tempo avrebbe espresso sostegno alla loro posizione.

La base della richiesta di risarcimento

La richiesta di risarcimento si basa sull’idea che l’anticipazione di fondi da parte di Oberalp per la pubblica amministrazione non abbia avuto un adeguato riconoscimento, nonostante il fatto che l’intera operazione fosse stata gestita sotto pressione e tempi ristretti. L’azienda si dice pronta a collaborare nel percorso di chiarimento della vicenda, pur mantenendo la convinzione che sia la mano pubblica a dover risolvere la questione, considerato il ruolo centrale che ha avuto nella procedura. Questa posizione punta a ottenere un confronto ufficiale e l’apertura di un dialogo istituzionale per la definizione economica dei rapporti.

Le difficoltà nella gestione degli approvvigionamenti in emergenza

I dirigenti di Oberalp hanno posto l’accento sul contesto eccezionale in cui si sono svolte tutte le operazioni: il sistema normativo italiano, dicono, non è predisposto per gestire emergenze di questa portata. La pandemia ha imposto scelte e tempi rapidi, costringendo a operare su mercati esteri, in particolare quello cinese, per trovare forniture indispensabili. La vicenda delle mascherine rappresenta un esempio delle difficoltà incontrate, tra reperimento di materiale con caratteristiche diverse e la necessità di anticipare fondi senza garanzie.

La scelta dei fornitori e la tempestività dell’approvvigionamento

Il gruppo ha chiarito come la scelta di fornitori vari da sette differenti produttori fosse stata dettata dalla scarsità e dalla qualità incerta dei dispositivi. L’approvvigionamento effettuato entro dieci giorni dall’ordine dimostrerebbe una certa tempestività in una fase critica. Oberalp ricorda di non aver avuto competenze specifiche sui Dpi, ma di essersi limitata a supportare la pubblica amministrazione in modo rapido, pur consapevole della delicatezza della situazione e delle incognite legate al prodotto finale.

Questa realtà evidenzia le complessità di un sistema che si è trovato a dover gestire una crisi mai sperimentata prima e che ha richiesto protocolli incisivi per assicurare la disponibilità di tutti i materiali necessari alla tutela della salute pubblica. Non mancano dubbi sull’effettivo controllo dei dispositivi importati e sulla loro idoneità, ma la vicenda rimane strettamente legata alle condizioni straordinarie che hanno caratterizzato l’emergenza sanitaria.

Il percorso giudiziario ancora aperto e le implicazioni per il futuro

L’inchiesta sulle forniture di mascherine via Oberalp resta attiva, con il procedimento giudiziario che coinvolge sia l’azienda che le autorità pubbliche competenti. Il contenzioso riguarda la legittimità e la qualità dei dispositivi, oltre agli aspetti finanziari relativi al pagamento e all’utilizzo del materiale. La lunga durata della vicenda riflette la complessità delle indagini e le difficoltà a stabilire con chiarezza responsabilità e responsabilità.

La trasparenza e la ricostruzione della vicenda

Il gruppo di Bolzano, con la diffusione di documenti e comunicazioni ufficiali, ha voluto fornire elementi per una ricostruzione puntuale, auspicando una maggiore trasparenza nei confronti dell’opinione pubblica. L’obiettivo dichiarato è correggere informazioni sbagliate che si sono diffuse in questi anni, riguardo al proprio ruolo e all’intero svolgimento dell’operazione.

Questa situazione rimane un caso emblematico di gestione dell’emergenza sanitaria e dei rapporti tra pubblico e privato, con implicazioni per la gestione di prossime crisi. L’esito del giudizio e i futuri accordi economici saranno seguiti con attenzione, poiché potranno indicare come affrontare problemi simili in futuro, bilanciando tempi rapidi, controlli stringenti e responsabilità delle parti coinvolte.

  • Donatella Ercolano

    Donatella Ercolano è una talentuosa blogger che collabora con il sito Gaeta.it, dove si occupa principalmente di temi culturali e sociali. Originaria di Napoli, Donatella ha portato il suo amore per la cultura e la società fino a Gaeta, dove ha trovato un'audience dedicata e interessata. Con una formazione accademica in Sociologia, la sua analisi sui fenomeni sociali attraverso la lente dei media è acuta e ben argomentata. Nelle sue pubblicazioni, Donatella affronta argomenti vari come l'evoluzione culturale, l'impatto delle tecnologie sulla società, e le questioni di genere, sempre con uno stile chiaro e provocatorio. La sua capacità di rendere temi complessi accessibili e intriganti ha fatto di lei una voce molto seguita e rispettata su Gaeta.it.

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