Il 2025 segna il quinto anniversario dal primo caso di Covid-19 in Italia, un momento che continua a suscitare riflessioni e polemiche sulla gestione della crisi sanitaria. Le affermazioni dell’avvocato Consuelo Locati, che guida il team legale dell’associazione #Sereniesempreuniti dei familiari delle vittime, offrono uno spaccato inquietante dello stato attuale della sanità pubblica nel nostro Paese. Per Locati, non solo mancano insegnamenti importanti dalla pandemia, ma la situazione è addirittura peggiorata.
La crisi della sanità pubblica e il disinvestimento
Locati denuncia una realtà inquietante: “Non abbiamo imparato nessuna lezione.” Le sue parole sottolineano un panorama sanitario in crisi, con risorse sempre più ridotte a fronte di un’emergenza che ha evidenziato i punti deboli del sistema. La capofila dell’associazione mette in evidenza come la sanità pubblica sia stata falcidiata da un costante disinvestimento, evidenziando una chiara tendenza a favorire il settore privato. A suo dire, il caso peculiare di Bergamo, dove operano pronto soccorso privati, rappresenta un chiaro segno di questa inversione di tendenza, con una scomparsa progressiva degli investimenti nella sanità pubblica.
La metafora dell’emergenza come sentinella che ha subito un colpo fatale viene frequentemente utilizzata da Locati per spiegare l’attuale situazione. La medicina territoriale, fondamentale nel monitorare e gestire le emergenze sanitarie, ha subito un depotenziamento significativo. Questa riflessione si inserisce in un contesto più ampio di difficoltà, con il settore sanitario sempre più sotto pressione e i medici costretti a operare in una situazione di difficoltà crescente.
Locati continua a sottolineare come la pandemia avrebbe dovuto fungere da catalizzatore per miglioramenti e riforme nel sistema sanitario, ma le scelte recenti sembrano andare in direzione opposta. Tornare a investire nella sanità pubblica appare un’impresa ardua e lontana dalle reali intenzioni dei decisori.
Attesa per il nuovo piano pandemico nazionale
Con l’annuncio del nuovo piano pandemico nazionale inviato alla Conferenza Stato-Regioni, Locati non si pronuncia specificatamente sui contenuti del documento, coerente con la sua affermazione su di averne letto solo potenzialmente il contenuto. Ciò nonostante, accenna a una speranza cauta, che si traduce nella possibilità di un cambiamento significativo in merito alla gestione delle emergenze sanitarie.
Il nuovo piano, sebbene possa apparire come uno step positivo, lascia aperte parecchie questioni. La legale solleva interrogativi sull’effettiva attuazione e sull’impatto che questo potrà avere in futuro, specialmente in relazione al fatto che non sarà più necessario il ricorso ai Dpcm per gestire l’emergenza. Quesiti che necessitano di essere risolti per poter garantire un approccio migliore nella gestione della sanità pubblica.
Le sue affermazioni pongono l’accento su una questione cruciale: se vi siano stati cambiamenti reali all’interno del sistema burocratico e sanitario, e se essi siano sufficienti per affrontare una pandemia o altre emergenze sanitarie in futuro. La domanda resta aperta, poiché i timori di una ripetizione degli errori passati aleggiano nella mente di molti, considerando la totale impreparazione rilevata in fase di emergenza.
I rimpianti e la richiesta di rispetto
Infine, l’amarezza di Locati traspare quando affronta la questione della responsabilità istituzionale. Secondo quanto afferma, la mancanza di comunicazione e la totale assenza di un’ammissione di errore da parte delle autorità hanno contribuito a far sì che le famiglie delle vittime vivessero una strage evitabile. In un momento così critico, la richiesta di trasparenza e rispetto nei confronti dei cittadini è diventata essenziale.
Il silenzio delle istituzioni, l’assenza di scuse ufficiali e di una narrazione pubblica chiara hanno alimentato la frustrazione tra coloro che hanno visto i propri cari soccombere alla pandemia. Queste mancanze non devono passare inosservate e mettono in luce la drammatica situazione in cui si trovano non solo i familiari delle vittime, ma anche i professionisti del settore sanitario che si sono trovati a fronteggiare la crisi in assenza di direttive chiare.
La storia della pandemia è un capitolo doloroso da cui trarre insegnamenti. Le parole di Consuelo Locati risuonano come un monito per le istituzioni e la società civile, indicano la necessità di un cambiamento radicale nel modo in cui si gestiscono le emergenze e il sistema sanitario nel suo complesso, affinché non si debba più assistere a situazioni così drammatiche.