Negli ultimi anni, la ricerca scientifica ha messo a fuoco aspetti importanti della salute che possono influenzare la durata e la qualità della vita. Uno studio recente, condotto dal Neuromed di Pozzilli, in provincia di Isernia, ha identificato cinque fondamentali fattori di rischio che, se mantenuti sotto controllo a partire dai 50 anni, possono contribuire in modo significativo a vivere più a lungo e in buona salute, in particolare senza malattie cardiovascolari. Questi risultati sono stati resi noti durante il congresso dell’American College of Cardiology e pubblicati sul prestigioso ‘New England Journal of Medicine‘.
I cinque fattori di rischio principali
La ricerca ha delineato cinque elementi perturbatori per la salute cardiovascolare: non fumare, mantenere la pressione arteriosa sotto controllo, garantire livelli di colesterolo normali, prevenire il diabete e mantenere un peso corporeo adeguato. Queste condizioni, se assenti a cinquant’anni, possono tradursi in significativi interventi sulla vita futura. Le donne di questa fascia di età, in particolare, possono aspettarsi di vivere in media 13,3 anni in più senza soffrire di malattie cardiovascolari e 11,8 anni in più rispetto alle donne con tutti i fattori di rischio presenti. Gli uomini, da parte loro, mostrano risultati ancora più favorevoli, con un’aspettativa di vita aggiuntiva di 10,6 anni senza malattie e 14,5 anni in più nel complesso.
Questo studio rappresenta un’importante evoluzione nel campo della prevenzione cardiovascolare. Le evidenze mostrano che, qualunque sia l’età di inizio del percorso di cura della salute, i vantaggi possono essere significativi e tangibili.
L’importanza della salute cardiovascolare
Licia Iacoviello, responsabile dell’Unità di Epidemiologia e Prevenzione del Neuromed, ha curato la ricerca e ha messo in evidenza quanto sia cruciale il monitoraggio di questi fattori. “Abbiamo voluto quantificare come il controllo dei fattori di rischio influenzi la durata della vita, non solo in termini di anni, ma anche per quanto riguarda gli anni vissuti senza patologie cardiovascolari,” ha affermato. La salute del cuore non è un aspetto secondario; al contrario, ha dirette conseguenze sull’aspettativa di vita e sulla qualità di essa.
L’analisi ha incluso dati di oltre 2 milioni di persone in 39 nazioni, evidenziando come gli stili di vita e la salute cardiovascolare siano strettamente interconnessi. La ricerca sottolinea l’importanza di strategie di prevenzione accessibili, utili a un’ampia popolazione.
La prevenzione come obiettivo primario
Il presidente del Neuromed, Giovanni de Gaetano, commenta il significato dei risultati. La prevenzione, spiega, non deve essere vista come una teoria distante. Si tratta di un approccio pratico, facilmente applicabile, capace di portare risultati tangibili per milioni di persone. “La possibilità di monitorare e misurare i fattori di rischio permette politiche sanitarie più mirate,” ha sottolineato. In questo contesto, l’educazione alla salute e la sensibilizzazione su questi temi possono contribuire a migliorare il benessere collettivo.
Le scoperte di questa ricerca rappresentano un passo importante nella comprensione della connessione tra stili di vita e salute. Adottare pratiche sane non solo allunga la vita, ma offre la possibilità di viverla senza il peso delle malattie.