Cinque grandi del jazz italiano tornano a Roma per i vent'anni della Casa del Jazz

Cinque grandi del jazz italiano tornano a Roma per i vent’anni della Casa del Jazz

Il 6 e 7 giugno, la Casa del Jazz di Roma ospiterà il supergruppo “Shades of Chet” per celebrare il ventesimo anniversario dell’istituzione, dando inizio ai concerti estivi “Summertime 2025”.
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Cinque grandi del jazz italiano tornano a Roma per i vent'anni della Casa del Jazz - Gaeta.it

Un evento straordinario si svolgerà il 6 e 7 giugno al parco della Casa del Jazz di Roma. Cinque fuoriclasse italiani del jazz, tra cui Enrico Rava e Paolo Fresu, si riuniranno per celebrare il ventesimo anniversario di questa istituzione culturale. Questo appuntamento segna l’inizio dei concerti estivi “Summertime 2025” e rappresenta un ritorno atteso per il supergruppo “Shades of Chet“, originariamente formatosi nel 1998 per commemorare la figura di Chet Baker.

Un evento che celebra la storia del jazz italiano

La Casa del Jazz ha un’importanza storica e culturale notevole, essendo un punto di riferimento per gli amanti della musica jazz in Italia. In questo contesto, il progetto “Shades of Chet” rappresenta non solo un tributo a Chet Baker, ma anche un’occasione per riscoprire la grandezza degli artisti italiani che hanno legato la loro carriera a questo genere musicale. Enrico Rava, Paolo Fresu, Stefano Bollani, Enzo Pietropaoli e Roberto Gatto, tutti titolari di una carriera invidiabile, si esibiranno insieme per la prima volta dopo oltre venticinque anni. La performance sarà carica di emozioni e suoni raffinati, un’esperienza che promette di incantare il pubblico presente.

Nel 1999, il gruppo rilasciò il disco “Shades of Chet“, un lavoro che testimonia l’eccellenza dei musicisti italiani e l’impatto che Chet Baker ha avuto sulla scena musicale. Questo progetto ha continuato a vivere nel tempo, evolvendosi e adattandosi pur rimanendo fedele alle radici del jazz. I concerti di Montreal e di Umbria Jazz hanno segnato momenti cruciali nella storia del supergruppo, consolidando ulteriormente la loro fama anche all’estero.

La Casa del Jazz: un simbolo di rinascita culturale

Situata in Viale di Porta Ardeatina, la Casa del Jazz è un’ex villa confiscata alla criminalità organizzata, precisamente a Enrico Nicoletti, boss della banda della Magliana. Questo spazio non solo rappresenta una vittoria per la città di Roma, ma incarna anche la rinascita culturale di un’area che ha visto passare troppa violenza. Un’importante lapide all’ingresso, realizzata in collaborazione con l’associazione Libera di Don Ciotti, onora la memoria delle vittime di mafia, rendendo il posto un simbolo di speranza e resistenza.

La struttura è composta da tre edifici che ospitano un auditorium multifunzionale da 150 posti, sale di registrazione e prove, oltre a un ristorante. La Casa del Jazz si afferma così come un fulcro di attività musicali, dove si intrecciano concerti, proiezioni e incontri, sempre accompagnati dalla bellezza del parco circostante. La possibilità di registrazione dei concerti e la creazione di prodotti discografici sono solo alcune delle iniziative che rendono questo luogo vitale per la scena musicale romana e italiana.

Il significato culturale del progetto e il suo continuum

La Casa del Jazz non si limita a essere un semplice luogo di concerti, ma è un progetto voluto dal sindaco Walter Veltroni per restituire un patrimonio culturale alla città. Ha rappresentato una nuova vita per edifici che una volta erano simboli di illegalità e sfruttamento. Con il passare degli anni, questo spazio ha dimostrato di poter diventare un laboratorio di idee e creatività, un crocevia per artisti di fama mondiale e neofiti del jazz.

Un evento come quello del 6 e 7 giugno assume un valore particolare in questo contesto, poiché rappresenta un legame tra passato e presente. Il supergruppo “Shades of Chet” non è solo un gruppo di noti musicisti, ma una rappresentazione di come la musica possa superare le barriere e unire le generazioni. L’operato della Casa del Jazz è un esempio di come la cultura e l’arte possano intervenire in modo positivo nella società, contribuendo a creare un clima di aggregazione e valorizzazione del talento locale.

Programmazioni come quella di “Summertime 2025” non sono semplici concerti, ma eventi che rinforzano il dialogo tra le diverse espressioni artistiche e i vari stili musicali, rendendo omaggio a una tradizione ricca e variegata.

Ultimo aggiornamento il 29 Novembre 2024 da Sara Gatti

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