Il cinquantesimo anniversario dell’invasione turca di Cipro, avvenuta nel 1974, è stato commemorato con eventi ricchi di significato e contrasti sull’isola. Mentre il nord festeggia la propria indipendenza, il sud ricorda la sofferenza e la divisione che hanno caratterizzato la storia recente dell’isola. Le celebrazioni e le commemorazioni rivelano l’attuale stato di tensione e le difficoltà nel trovare un accordo per la riunificazione.
Celebrazioni nel nord: un senso di salvaguardia
La parata militare e la presenza di Erdoğan
Sabato mattina, le sirene dei raid aerei hanno suonato in tutto il nord di Cipro, in occasione del cinquantesimo anniversario dell’invasione turca. Per i turco-ciprioti, questa giornata rappresenta non solo la salvaguardia dalle forze grecofone, ma anche l’affermazione della loro identità attraverso la celebrazione della nascita della loro repubblica, che resta riconosciuta solo dalla Turchia. Le celebrazioni hanno visto il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan in prima linea, partecipando a eventi solennemente organizzati, tra cui una parata militare in onore delle forze armate e un’esibizione aerea con la prima portaerei turca.
L’atmosfera del nord è permeata da un forte senso di orgoglio nazionale e identità. I turco-ciprioti ritengono che l’invasione turca abbia migliorato la loro sicurezza dopo anni di conflitto armato e instabilità. Tuttavia, la presenza di oltre 35.000 soldati turchi sull’isola solleva interrogativi sull’autonomia e l’influenza turca nella regione. La celebrazione è contrapposta, però, al doloroso ricordo che ne deriva per la parte sud dell’isola.
Ricordi nel sud: una giornata di lutto
Commemorazioni e omaggi ai caduti
Dall’altra parte della divisione, per le popolazioni greco-cipriote è un giorno di lutto e commemorazione. Vengono ricordate le migliaia di vite perse, tra morti e dispersi, durante il conflitto del 1974. Cerimonie e funzioni religiose sono state organizzate in onore dei soldati caduti, evidenziando il profondo dolore e la perdita che continua a caratterizzare la memoria collettiva dei greco-ciprioti.
L’incontro al palazzo presidenziale ha visto la partecipazione, per la prima volta, di un primo ministro greco, Kyriakos Mitsotakis, sottolineando l’importanza della solidarietà tra Cipro e Grecia. Durante le commemorazioni, il presidente cipriota Nikos Christodoulides ha affermato che “la riunificazione dell’isola rappresenta l’unica possibilità per un futuro pacifico e prospero.” Questo appello alla riconciliazione risuona tra i greco-ciprioti, in contrasto con le celebrazioni turco-cipriote che sottolineano divisione e conflitto.
La situazione attuale: una divisione in stallo
Il complicato processo di negoziato
Cipro è attualmente divisa in due entità: la Repubblica di Cipro a sud, riconosciuta a livello internazionale, e la Repubblica Turca di Cipro del Nord, riconosciuta solamente dalla Turchia. La divisione è avvenuta nel 1974, dopo l’invasione turca che ha seguito un colpo di Stato della giunta militare greca. Da allora, la questione della riunificazione dell’isola ha visto numerosi tentativi di negoziato, tutti infruttuosi.
L’instaurazione di una zona cuscinetto delle Nazioni Unite ha avuto l’intento di mantenere la pace tra le due comunità. Tuttavia, nel 2024, le violazioni all’interno di questa zona sono aumentate drasticamente, con un incremento del 70% rispetto all’anno precedente. Tali violazioni sono amplificate da progetti di costruzione da entrambe le parti che si svolgono in territorio neutrale, complicando ulteriormente il panorama già turbolento.
Nei recenti mesi, si registrano tentativi di rilanciare i negoziati per la riunificazione. António Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite, ha nominato una sua rappresentante, la colombiana Maria Angela Holguin Cuellar, in qualità di inviato speciale a Cipro, incaricata di raccogliere informazioni e prospettive delle due parti. Tuttavia, permanenti divergenze tra le parti riguardo a come procedere – con i greco-ciprioti favorevoli ad una federazione bizonale e bicomunitaria e i turco-ciprioti che aspirano a discussioni su una soluzione a due stati – rappresentano blocchi significativi alla risoluzione.
L’Unione Europea, nella sua veste di attore internazionale coinvolto nel processo di pace, ha esortato entrambe le parti a mostrare un “impegno genuino” per la creazione di un’isola federata. Un portavoce ha dichiarato che “troppo tempo è stato perso” e che “una divisione forzata non sarà mai una soluzione,” puntando a speranze rinnovate per un futuro di unità e stabilità.