Nel rione Cisternina di Castello di Cisterna, un tempo considerato un tranquillo quartiere residenziale, la situazione sta prendendo una piega drammatica. Oggi, questa area è tristemente riconosciuta come uno dei principali punti di riferimento per il traffico di stupefacenti nella regione. Le forze dell’ordine, costantemente attive in operazioni di contrasto, stanno affrontando una sfida senza precedenti: l’adozione di strategie di outsourcing da parte delle organizzazioni criminali locali.
La trasformazione di Cisternina: da quartiere residenziale a centro di spaccio
Un’analisi del contesto attuale
Cisternina, storicamente associata a un ambiente familiare e residenziale, ha visto negli ultimi anni un drammatico cambiamento. Un incremento dello spaccio di droga ha attirato l’attenzione sia della comunità che delle forze di polizia. Le organizzazioni criminali, manovrando dietro le quinte, hanno approfittato delle debolezze strutturali del quartiere per espandere la loro influenza. Questo ha condotto a una situazione in cui il territorio è diventato un vero e proprio mercato per l’approvvigionamento e la vendita di sostanze stupefacenti.
La nuova strategia delle organizzazioni criminali
Il fenomeno dell’outsourcing del narcotraffico si sta affermando come una strategia cruciale per le bande locali. Anziché rischiare l’arresto dei loro membri, le organizzazioni si rivolgono a “lavoratori a chiamata” provenienti da comuni limitrofi. Queste figure temporanee vengono inviate nel quartiere per effettuare le vendite, minimizzando così i rischi e permettendo una certa continuità operativa. Il risultato è un vero e proprio ricambio di pusher, che consente alle bande di mantenere il controllo del mercato senza esporsi eccessivamente.
Le recenti operazioni delle forze dell’ordine
Gli arresti significativi
Recentemente, due arresti hanno messo in luce la gravità della situazione nel rione Cisternina. Oreste Merola, un giovane di 21 anni originario di Acerra, e Marco Ciriaco, di 38 anni, proveniente da Mugnano del Cardinale, sono stati presi mentre stavano scambiando dosi di stupefacenti in cambio di denaro. Gli agenti delle forze dell’ordine hanno confermato la loro detenzione per spaccio, segnalando che entrambi non erano residenti nel quartiere e rientrano quindi nella categoria di “outsourcer” del narcotraffico.
Le implicazioni per la sicurezza pubblica
Questi arresti evidenziano come la strategia di outsourcing non solo faccia crescere il numero di individui coinvolti nello spaccio, ma renda anche più complessa l’attività di indagine delle forze dell’ordine. La continua rotazione di pusher non residenti nel quartiere ostacola l’identificazione dei principali artefici delle reti di spaccio. Tale dinamica pone un serio interrogativo sulla possibilità di ripristinare l’ordine pubblico e la sicurezza nella comunità locale.