Classifica sanità regionale: le migliori e peggiori regioni in Italia

Classifica sanità regionale: le migliori e peggiori regioni in Italia

sanita gaeta sanita gaeta
Inaugurazione Terapia Semi Intensiva e Medicina d'Urgenza Ospedale Martini. Torino 27 maggio 2022 ANSA/TINO ROMANO

Sanità in Italia: Ospedali promossi, ma ancora carenze su prevenzione e assistenza territoriale

In Italia, i progressi nella sanità ospedaliera sono evidenti, con interventi sempre più tempestivi e adeguati per patologie gravi come ictus e tumori. Tuttavia, il quadro cambia radicalmente quando si parla di prevenzione e assistenza sul territorio. Settori cruciali come vaccinazioni, screening oncologici, stili di vita sani, così come la gestione di antibiotici, assistenza domiciliare, cure palliative e supporto ai non autosufficienti, presentano ancora molte criticità. Anche i tempi di arrivo delle ambulanze rimangono un problema in diverse regioni, evidenziando un divario significativo nell’accesso alle cure.

Emerge poi la solita disomogeneità nel panorama sanitario nazionale: “Regione che vai, sanità che trovi”. In vetta alla classifica delle regioni con la migliore qualità dei servizi troviamo Veneto, Toscana, Trento ed Emilia Romagna, mentre nelle posizioni più basse si collocano Calabria, Valle d’Aosta, Sicilia e Abruzzo, con un evidente squilibrio a sfavore del Sud Italia.

Le “pagelle” del Ministero della Salute sui livelli essenziali

A fornire una fotografia chiara della situazione è l’analisi condotta dal Ministero della Salute, attraverso il Nuovo Sistema di Garanzia (NSG) sui Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Secondo le anticipazioni de Il Sole 24 Ore, i dati definitivi relativi al 2023 confermano il divario nell’accesso alle cure tra le varie regioni italiane.

Il report valuta la qualità e la quantità delle prestazioni sanitarie in base a 24 indicatori chiave, suddivisi in tre aree:

  • Ospedale
  • Prevenzione
  • Assistenza territoriale (distretto)

Dal 2019 al 2023, i dati mostrano un miglioramento costante delle prestazioni ospedaliere, che pesano per il 50% del punteggio complessivo dell’assistenza sanitaria. Tuttavia, il quadro cambia quando si analizzano prevenzione e cure territoriali, con un deterioramento progressivo che penalizza molte regioni.

Ben otto regioni ricevono una valutazione insufficiente in almeno una delle tre aree analizzate, con ripercussioni anche sui fondi premiali erogati dal Fondo Sanitario Nazionale, che risultano preclusi in caso di inadempienze.

Sanità a due velocità: Il divario Nord-Sud

L’ultima rilevazione del Sistema di Garanzia LEA conferma un’Italia a più velocità, con un netto divario tra Nord e Sud.

Sono 13 le regioni che superano la soglia minima di 60 punti (su una scala da 0 a 100) in tutte e tre le macro-aree analizzate:

  • Piemonte, Lombardia, Trento, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Puglia e Sardegna.

Tra queste, spiccano le regioni top performer, che non solo garantiscono elevati livelli di assistenza ai propri cittadini, ma attraggono anche pazienti da altre regioni. Il fenomeno della mobilità sanitaria genera un saldo positivo stimato in 5 miliardi di euro.

Di contro, ben otto regioni restano al di sotto della soglia in almeno una o due aree:

  • Valle d’Aosta è l’unica con un insufficiente nella sanità ospedaliera e nelle cure territoriali.
  • Abruzzo, Calabria e Sicilia risultano carenti in prevenzione e assistenza distrettuale.
  • Bolzano, Liguria e Molise ottengono risultati negativi nella prevenzione.
  • Basilicata non raggiunge il punteggio minimo nelle cure distrettuali.

Il report conferma ancora una volta la necessità di interventi mirati per colmare le disuguaglianze nell’accesso alla sanità in Italia, garantendo a tutti i cittadini lo stesso livello di cure, indipendentemente dalla regione di residenza.

Change privacy settings
×