L’overtourism è un tema di crescente rilevanza nel dibattito turistico globale. Recentemente, il convegno “Crociere, le risposte all’overtourism”, organizzato da Clia presso la sede della Stampa Estera a Roma, ha portato alla luce l’importanza di affrontare il sovraffollamento turistico e suggerire soluzioni pratiche. Esperti, rappresentanti dell’industria crocieristica e membri di istituzioni si sono confrontati su come il settore possa svolgere un ruolo attivo nella gestione responsabile dei flussi turistici.
I dati sul turismo per il 2024
Durante il convegno, sono stati presentati i risultati dello studio “The State of Tourism and Hospitality 2024”, che anticipano una ripresa significativa per il settore. Si stima che nel 2024 ci saranno 1,5 miliardi di turisti a livello globale, con una spesa totale di circa 8.600 miliardi di dollari. Di questi, circa 30 milioni saranno crocieristi, testimonianza dell’impatto economico che il comparto crocieristico ha sul turismo mondiale, contribuendo per il 2% ai volumi turistici globali. Tuttavia, il rapporto ha anche evidenziato una criticità: l’80% delle visite turistiche si concentra sul solo 10% dei luoghi più noti, creando così sfide per una gestione equilibrata e sostenibile del turismo.
L’overtourism: un tema da affrontare
Nel corso del convegno, il ministro del turismo italiano, Daniela Santanché, ha sottolineato l’importanza di monitorare i flussi turistici per garantire un turismo di qualità. Santanché ha ricordato che l’Italia è una delle nazioni che beneficia maggiormente dal turismo crocieristico, con nove porti tra i più frequentati del Mediterraneo. La ministra ha messo in evidenza come il principale problema non sia l’overtourism di per sé, ma l’assenza di una pianificazione sistematica e condivisa per gestire i flussi turistici. Ha quindi esortato a sviluppare politiche inclusive che coinvolgano le comunità locali, affinché il turismo venga visto come un’opportunità di crescita e non come un’invasione.
Strategie e soluzioni proposte
Francesco Galietti, direttore di Clia Italia, ha condiviso esempi di case history positive, come quelle di Dubrovnik e delle Baleari, dove le compagnie crocieristiche hanno collaborato con le autorità locali per distribuire gli arrivi durante la settimana. Leonardo Massa, vicepresidente del gruppo Msc, ha enfatizzato il potere predittivo dell’industria crocieristica, in grado di pianificare itinerari con 2-3 anni di anticipo, fornendo informazioni utili per le destinazioni per prepararsi al flusso dei visitatori.
Massa ha anche osservato come il settore crocieristico contribuisca a destagionalizzare il turismo: “Fino a vent’anni fa, non si facevano crociere in inverno nel Mediterraneo; ora siamo attivi tutto l’anno, distribuendo i flussi in modo più bilanciato”.
Il futuro delle infrastrutture turistiche
Alessandro Carollo, associate vice president di Royal Caribbean Group, ha evidenziato la necessità di migliorare le infrastrutture portuali italiane per accogliere le navi più moderne e rispettose dell’ambiente. Ha inoltre preannunciato l’introduzione della prima nave a emissioni zero nel 2035, sottolineando che affinché questo obiettivo possa essere raggiunto, è essenziale che i porti siano pronti ad adattarsi a nuove tecnologie e carburanti puliti.
Leonardo Massa ha anche rimarcato come le navi da crociera siano diventate “città galleggianti”, abili nell’integrare innovazioni tecnologiche in vari settori, dalla gestione dell’energia all’efficienza del riciclo dei rifiuti. Inoltre, un dato interessante riguarda il comportamento dei crocieristi: il 60% di coloro che visitano una destinazione via crociera sceglie successivamente di tornarci per soggiorni più prolungati, creando opportunità per il turismo locale.
L’industria crocieristica sta quindi prendendo le redini per porre rimedio al problema dell’overtourism, puntando su una gestione sostenibile e pianificata, contribuendo così a un futuro più armonioso per il turismo globalizzato.
Ultimo aggiornamento il 3 Ottobre 2024 da Laura Rossi