Coldiretti Trentino Alto Adige: la stretta sulla cannabis light danneggia l’economia locale

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Coldiretti Trentino Alto Adige: la stretta sulla cannabis light danneggia l'economia locale - Gaeta.it

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L'approvazione di un emendamento al Dl Sicurezza da parte della commissione ha sollevato preoccupazioni tra gli agricoltori del Trentino Alto Adige. Il presidente di Coldiretti Trentino Alto Adige, Gianluca Barbacovi, ha espresso le sue riserve riguardo a una misura che potrebbe compromettere gravemente le aziende che hanno investito nella coltivazione della canapa. In questa regione, un numero significativo di aziende agricole si dedica a questa attività, che spazia da zone come la Val di Sole a Valle dei Laghi.

le implicazioni dell'emendamento sulla cannabis light

Un settore in crescita sotto attacco

L'emendamento recentemente votato ha come obiettivo principale la restrizione della raccolta e dell'essiccazione dell'infiorescenza di canapa, una parte cruciale per il valore commerciale della pianta. Secondo Barbacovi, questa restrizione non solo danneggerebbe le aziende locali, ma minerebbe anche la possibilità di soddisfare la crescente richiesta di canapa per usi terapeutici. Le coltivazioni di canapa sono considerate una risorsa fondamentale per diversificare le produzioni agricole nella regione, rendendole vitali per il futuro del settore.

La situazione è particolarmente critica per i giovani agricoltori, che rappresentano la nuova generazione di produttori impegnati nella canapa. Un divieto nella raccolta rischia di allontanare investimenti e talenti da un settore che ha il potenziale per crescere e creare occupazione. Diversi agricoltori trentini, già impegnati nella filiera della canapa, vedono questo emendamento come una minaccia diretta al loro futuro.

Impatto sulle esportazioni e sulla competitività

L’emendamento prevede la possibilità di vietare non solo la raccolta, ma sancisce anche limitazioni sull'utilizzo dell'infiorescenza per le aziende che si cimentano nel mercato estero. Barbacovi sottolinea come ciò rappresenti un grave danno per le esportazioni italiane, che costituiscono una parte rilevante del mercato della canapa europeo. Queste restrizioni potrebbero portare a una situazione in cui le aziende italiane si trovano a competere ad armi impari con quelle di altri paesi europei, già avvantaggiate da normative più flessibili.

Il rischio è che il mercato della cannabis light in Italia venga fortemente penalizzato, mentre le opportunità economiche associate a questo settore possono facilmente sfuggire alle mani dei produttori locali. Questo scenario preoccupante necessita di un attento riesame della normativa per garantire un equo accesso ai mercati senza penalizzare gli investimenti legittimi.

la storia della canapa in italia

Un patrimonio ignorato

Coldiretti ricorda che fino agli anni '40, la canapa era una coltura diffusa e vitalmente importante per l'Italia, rendendo il paese il secondo produttore globale, superato solo dall'Unione Sovietica. La produzione si estendeva su quasi 100.000 ettari, con molteplici applicazioni che abbracciavano settori dall'industria tessile, all'alimentare, fino ai prodotti terapeutici. Tuttavia, con l'industrializzazione e il boom economico, la canapa è stata progressivamente soppiantata da fibre sintetiche e da altre colture, decretando in tal modo il declino di un'importante tradizione agricola.

Questa storia, ricca di potenzialità, viene ora vista come un'opportunità da rivalutare, specialmente in un contesto di crescente interesse per i prodotti naturali e sostenibili. Con l'adeguata attenzione, il settore della canapa potrebbe non solo recuperare il terreno perduto ma anche affermarsi come una pietra miliare dell'agricoltura moderna in Italia.

Le dichiarazioni di Barbacovi mettono in luce l'importanza di un dialogo aperto e costruttivo per garantire che la storia della canapa non si ripeta in forma negativa per il futuro dell'agricoltura e dell'economia regionale.

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