Collaborazione tra Guardia di Finanza e Soprintendenza: Riscoperta del sito archeologico del Gran Carro

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Collaborazione tra Guardia di Finanza e Soprintendenza: Riscoperta del sito archeologico del Gran Carro - Gaeta.it

Le operazioni subacquee svolte dalla Stazione Navale di Civitavecchia hanno portato a importanti scoperte archeologiche nel lago di Bolsena, contribuendo alla valorizzazione del patrimonio culturale italiano. Supportati dal PNRR, questi lavori mirano a preservare il sito sommerso del Gran Carro, una scoperta fondamentale per la storia archeologica della regione.

Storia del sito archeologico

Il Gran Carro e i suoi reperti

Il sito sommerso del Gran Carro si colloca in un periodo cruciale della storia, risalendo alla prima età del ferro, tra la fine del X secolo e l'inizio del IX secolo a.C. Questa epoca è caratterizzata da una significativa evoluzione culturale e sociale nelle civiltà che abitavano l’area dell'Etruria meridionale. Gli scavi hanno rivelato circa 150 vasi e numerosi oggetti, di grande valore storico e artistico, che attestano le pratiche culturali e religiose di quel periodo.

Inizialmente, il sito ha attirato l'attenzione degli archeologi per la presenza di un ambiente noto per la sua ricchezza di reperti. Tra gli oggetti trovati, una statuetta votiva in argilla ha colpito gli studiosi per le sue peculiarità, rilucendo come un esempio di arte protostorica. Questa statuetta, ancorché incompleta, presenta delle connotazioni femminili, suggerendo un probabile legame con culti di fertilità o pratiche rituali.

Oltre ai vasi e agli artefatti domestici, è significativo il ritrovamento di un cavallino in terracotta. Gli archeologi ritengono che questo oggetto rappresenti un carro solare, un simbolo delle tradizioni religiose legate al culto del sole, che hanno caratterizzato le civiltà del tempo. Questi rinvenimenti non solo offrono uno spaccato della vita quotidiana e della spiritualità di epoche remote, ma anche un'opportunità di studio approfondito per esperti e universitari.

Operazioni subacquee e vigilanza

L'importanza della sicurezza del sito

La campagna di scavo recente ha visto una stretta collaborazione tra i sommozzatori della Guardia di Finanza e il personale della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio. Questa cooperazione si è rivelata cruciale, non solo per la scoperta e il recupero dei reperti, ma anche per garantire la sicurezza del sito archeologico. In un'epoca in cui il traffico illecito di beni culturali rappresenta una minaccia seria, la tutela del patrimonio è di fondamentale importanza.

Durante le operazioni, i sommozzatori hanno garantito una presenza costante e un'attenta vigilanza, proteggendo i beni culturali dall’azione di predatori interessati al mercato nero. Le attività si sono intensificate, in particolare nel mese di luglio, durante le aperture al pubblico. Queste date, il 14, 21 e 28 luglio, hanno visto un notevole afflusso di visitatori, evidenziando l'interesse del pubblico per il patrimonio archeologico e per la storia locale.

La Guardia di Finanza ha dimostrato un impegno continuo nella missione di proteggere il patrimonio archeologico italiano, lavorando a stretto contatto con la Soprintendenza. Questo approccio collaborativo è essenziale per assicurare che i tesori archeologici non solo vengano preservati, ma anche valorizzati e resi fruibili alla collettività.

Valorizzazione culturale e opportunità future

Iniziative e progetti di recupero

Le scoperte nel sito del Gran Carro non si limitano solo alla raccolta di reperti; rappresentano anche un'opportunità per educare il pubblico e promuovere la storia della regione. La Soprintendenza sta infatti organizzando una serie di iniziative volte a valorizzare il sito, inclusi eventi educativi e visite guidate. Gli scavi hanno anche ricevuto un finanziamento dal PNRR, che mira a sviluppare percorsi subacquei e a promuovere attività di ricerca continua.

Tra i progetti futuri, è previsto l'approfondimento degli studi sui reperti ritrovati, per comprendere meglio l'importanza storica e culturale del sito. Ci si aspetta che l'interesse crescente da parte dei visitatori possa anche tradursi in maggiori investimenti e risorse dedicate alla tutela del patrimonio archeologico. Inoltre, l'educazione del pubblico riguardo ai temi della conservazione e del valore storico dei reperti si prefigura come una priorità.

Il contributo della Guardia di Finanza e della Soprintendenza rappresenta un modello di sinergia per la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio culturale italiano, illustrando come la collaborazione tra istituzioni possa garantire un futuro più luminoso per le nostre radici storiche.

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