Oggi il Cairo si prepara ad accogliere una delegazione di Hamas per avviare colloqui cruciali per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. La notizia, circolata grazie al canale saudita Al-Hadath e confermata da fonti israeliane, segna un momento significativo nelle trattative in corso. Secondo le informazioni diffuse, Hamas si sarebbe detto disponibile a considerare un ampio ventaglio di proposte, incluso il rilascio di ostaggi israeliani in cambio di una tregua e il possibile riconoscimento di una nuova governance all’interno dell’enclave palestinese. La delegazione risulta guidata da Khalil al-Hayya, un noto esponente del gruppo.
L’accelerazione dei colloqui
Nelle ultime settimane, l’egiziano Al Akhbar ha riportato che le trattative attorno a un potenziale cessate il fuoco hanno mostrato segnali di accelerazione. Fonti del governo egiziano hanno indicato che i colloqui sono stati facilitati da un clima di maggiore apertura da parte di entrambe le parti coinvolte. Israele ed Egitto hanno intrapreso il passo di scambiarsi bozza di documenti riguardanti un accordo. La radio israeliana Kan ha anticipato che le proposte mirano a colmare le differenze tra le richieste egiziane e le posizioni espresse dall’inviato speciale americano Steve Witkoff.
Alcuni funzionari israeliani hanno rivelato che esiste concreta possibilità di giungere a un accordo in tempi brevi, nonostante gli alti e bassi delle trattative. La proposta egiziana attualmente sul tavolo prevede condizioni specifiche: il rilascio di otto ostaggi israeliani vivi, insieme ai resti di altri otto, in cambio di una tregua tra le quattro e le dieci settimane e, parallelamente, un ampio rilascio di detenuti palestinesi.
L’opinione di Witkoff
Witkoff, nel mese precedente, aveva avanzato un’altra proposta per il cessate il fuoco, che includeva la liberazione di cinque ostaggi israeliani. Tuttavia, a differenza dell’iniziativa egiziana, il piano americano contemplava una corrispondente liberazione di un gran numero di prigionieri palestinesi, in cambio di un cessate il fuoco della durata di due mesi. Le posizioni divergenti rendono il negoziato complesso e richiedono compromessi da entrambe le parti.
Gli attacchi recenti a Gaza
In parallelo ai colloqui, la situazione sul fronte della Striscia di Gaza rimane critica. Secondo la rete Al Jazeera, un attacco israeliano contro una abitazione a Khan Younis ha provocato almeno dieci morti, tra cui tre bambini e due donne. Questi eventi hanno destato preoccupazione e indignazione a livello internazionale. Un altro raid, che ha colpito l’area di Sheikh Nasser, ha causato ulteriori perdite nelle prime ore della mattinata di ieri.
Alcuni raid aerei hanno avuto come obiettivo anche Rafah, con conseguenti morti e feriti tra i civili. Le notizie dai media locali palestinesi rimarcano non solo la severità della situazione, ma anche il numero di vite spezzate a causa degli attacchi israeliani. Il quartiere di al-Atatra a Beit Lahiya, nella parte settentrionale della Striscia, ha registrato ultimamente due vittime civili.
La posizione dell’Onu sui civili colpiti
Le Nazioni Unite hanno alzato il livello di allerta riguardo all’impatto delle ostilità sugli innocenti. L’Alto Commissariato per i diritti umani ha espresso preoccupazione per il numero crescente di vittime, sottolineando che “una grande percentuale delle vittime sono bambini e donne”. In un rapporto, si evidenzia che tra il 18 marzo e il 9 aprile 2025, si sono verificati circa 224 attacchi israeliani contro edifici residenziali e accampamenti per sfollati.
Di questi, l’ufficio dell’Onu ha documentato 36 attacchi la cui avvenuta verifica ha rivelato che finora tutte le vittime siano donne e bambini. Questa situazione drammatica ha attirato l’attenzione della comunità internazionale, richiedendo un intervento per la protezione dei civili e un supporto ai colloqui per un cessate il fuoco duraturo.