Il nostro pianeta, che ricopre circa il 70% della sua superficie con l’acqua, è una risorsa vitale per la vita sulla Terra. La provenienza di questa acqua ha affascinato scienziati e studiosi sin dai primi studi sulle origini del Sistema Solare. Mentre parte di quest’acqua potrebbe essersi formata insieme alla Terra nel suo stadio primordiale, la sorgente del resto rimane un argomento di dibattito e ricerca. Recenti studi suggeriscono ora che meteoriti e planetesimi possano aver contribuito significativamente all’accumulo di acqua sul nostro pianeta.
Le nuove scoperte sulle meteoriti
Un gruppo di ricercatori dell’Università di Heidelberg, in Germania, ha condotto uno studio su diverse meteoriti, compresa la meteorite di Flensburg, caduta sulla Terra il 12 settembre 2019. L’analisi di questi campioni ha portato alla formulazione di una nuova ipotesi: l’acqua potrebbe essere stata trasportata sulla Terra attraverso piccoli planetesimi formatisi durante le fasi successive dell’evoluzione del Sistema Solare, in particolare nella sua area più esterna. Questo studio è stato pubblicato su Scientific Reports, una rivista di rilevanza internazionale.
I planetesimi sono aggregati di polveri e gas, rappresentano un passaggio intermedio nella formazione dei pianeti. Mentre molte teorie precedenti suggerivano che l’acqua fosse stata portata da asteroidi o comete, questa nuova ricerca indica che anche i planetesimi potrebbero aver giocato un ruolo cruciale, contribuendo a sfatare il mito di un monolito di fonti d’acqua.
La meteorite di Flensburg e la sua importanza
La meteorite di Flensburg ha fornito dati preziosi sulle origini dell’acqua del Sistema Solare. I ricercatori hanno utilizzato modelli di evoluzione termica e cronologia per stabilire l’età dei corpi progenitori di queste meteoriti. Il team ha scoperto che i planetesimi erano in grado di formarsi anche a temperature inferiori, il che spiega perché alcuni di essi non abbiano mai perso l’acqua al loro interno. Questa meteorite in particolare ha conservato tracce antiche d’acqua, suggerendo che i materiali che costituivano la Terra siano stati importati da questi corpi celesti. Secondo il co-autore dello studio, Mario Trieloff, “questi piccoli corpi hanno fornito non solo i materiali per la formazione dei pianeti, ma anche la fonte dell’acqua che vediamo oggi sulla Terra.”
I processi di formazione e preservazione dell’acqua
Un elemento fondamentale da considerare in questa ricerca riguarda il modo in cui i planetesimi si sono formati e come l’acqua sia stata preservata in essi. La formazione tardiva di alcuni planetesimi potrebbe essere stata causata da collisioni tra agglomerati di polvere che hanno ritardato il processo di crescita dei piccoli pianeti. Questo ha permesso a planetesimi ricchi d’acqua di formarsi oltre la “linea di neve”, un limite oltre il quale le temperature sono sufficientemente basse per favorire la formazione di ghiaccio, mantenendo così l’acqua al loro interno.
Questa dinamica è stata cruciale per garantire che il nostro pianeta non diventasse un deserto inospitale. Durante il processo di formazione della Terra, questi planetesimi carichi d’acqua sono stati inglobati nel pianeta, evitandone la disidratazione e contribuendo alla formazione di oceani e corsi d’acqua.
L’acqua sulla Terra: un tesoro meteorico
Oggi, il nostro pianeta si presenta con una distribuzione di acqua sia liquida che ghiacciata che caratterizza il suo ecosistema. Queste nuove scoperte sull’origine dell’acqua forniscono un nuovo quadro sulla formazione della Terra e su come essa sia diventata abitabile. L’acqua non è solo un elemento essenziale per la vita, ma rappresenta anche un legame diretto con il nostro Sistema Solare e la sua evoluzione. L’analisi condotta sulla meteorite di Flensburg e su altri campioni apre la strada a ulteriori ricerche che potrebbero rivelare ulteriori dettagli su come la Terra si sia mantenuta vitale nel corso della sua storia.
Ultimo aggiornamento il 4 Gennaio 2025 da Laura Rossi