Come un'onda: il grande evento conclusivo della campagna contro la violenza sulle donne

Come un’onda: il grande evento conclusivo della campagna contro la violenza sulle donne

La campagna “Come un’onda” ha coinvolto oltre 10.000 studenti in Italia, culminando in un evento a Milano con testimonianze e dibattiti sulla violenza di genere, sottolineando l’importanza della sensibilizzazione.
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Come un'onda: il grande evento conclusivo della campagna contro la violenza sulle donne - Gaeta.it

La campagna Come un’onda, contro la violenza sulle donne, promossa da Rai Radio1 e Giornale Radio Rai, ha rappresentato un intenso e importante viaggio di sensibilizzazione e informazione, che ha coinvolto oltre 10.000 studenti in tutta Italia. Con un percorso che ha incluso centinaia di ospiti di calibro nazionale e internazionale, la campagna si è conclusa con un grandioso evento il 31 marzo presso l’Aula Magna dell’Università Statale di Milano. In questa sede, il pubblico ha avuto l’opportunità di ascoltare testimonianze stimolanti e partecipare a dibattiti cruciali sulla violenza di genere.

Un evento ricco di significato

L’evento, coordinato da Elena Paba, inviata di Rai, ha visto un programma strutturato e variegato. Tra i momenti salienti, i saluti istituzionali di Marina Brambilla, Rettrice dell’Università Statale di Milano, e Francesco Pionati, direttore di Rai Radio1 e Grr, hanno dato il via a una mattinata dedicata alla sensibilizzazione e alla riflessione. La Brambilla, prima donna a ricoprire l’incarico in 100 anni di storia dell’università, ha sottolineato l’importanza delle iniziative accademiche nella lotta contro la violenza sulle donne.

Il programma ha previsto anche un videomessaggio dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un momento particolarmente toccante è stato il messaggio di Papa Francesco, interpretato da Claudio Vigolo, che ha esortato ad abbandonare l’indifferenza e a lavorare attivamente per il cambiamento.

Approfondimenti sulla violenza di genere

Durante l’evento, è stata data particolare attenzione alla letteratura e alla narrativa legata alla violenza di genere. Caroline Darain ha presentato il suo libro E ho smesso di chiamarti papà, in un’intervista condotta da Elena Paba. La testimonianza di Darain ha creato un forte impatto emotivo, rivelando come la violenza familiare possa avere effetti devastanti sulle vite delle persone.

Un’importante sezione del programma è stata dedicata agli studenti e ai dottorandi dell’Osservatorio sulla Violenza contro le Donne dell’Università Statale di Milano. Con i contributi della professoressa Irene Pellizzone e dei centri antiviolenza, si è riflettuto sul ruolo fondamentale delle istituzioni educative nel combattere la violenza di genere. Questo spazio ha evidenziato le ricerche in corso e le iniziative di supporto che si stanno sviluppando in ambito accademico.

Testimoni globali e storie di coraggio

Il programma ha anche ospitato voci internazionali che hanno raccontato le difficili situazioni legate alla violenza di genere nei rispettivi paesi. Cecilia Brighi, Segretaria Generale di Italia-Birmania.insieme, ha condiviso esperienze toccanti riguardo alla violenza sistematica in Birmania. Anche Khiang Thinzar Aye, media coordinator della Confederazione dei sindacati della Birmania, ha portato la sua testimonianza riguardo alle sofferenze e alle torture.

In rappresentanza di Haiti, Mariana Cortesi, Coordinatrice Medica per Medici Senza Frontiere, ha parlato delle violenze perpetrate nel suo paese d’origine. Ancor di più, l’intervento di Parisà Nazari dall’Iran ha aperto uno sguardo sull’attivismo femminile nel Movimento Donna Vita Libertà. La narrazione di Zarifa Ghafari, ex sindaca di Maidan Sahahr in Afghanistan, ha chiuso questo segmento internazionale, evidenziando il coraggio delle donne che combattono contro le ingiustizie quotidiane.

Il valore del giornalismo e le storie locali

Il giornalismo ha avuto un proprio spazio significativo, con Luca Crecchi, responsabile della redazione milanese di Adnkronos, e Maria Rosa Monaco della Tgr Lombardia. Attraverso le loro parole, si è esplorato il ruolo del giornalismo nella sensibilizzazione collettiva riguardo alla violenza di genere. Le loro riflessioni hanno toccato come i media possano contribuire a formare una coscienza critica nella società.

La storia di Alba Chiara Baroni ha suscitato emozioni profonde, con interventi dei genitori che hanno raccontato la loro dolorosa esperienza. Questo momento ha preceduto l’annuncio dell’incontro tra i genitori di Alba Chiara e il noto cantante Vasco Rossi, portando una nota di speranza in un contesto drammatico.

Performance artistiche e conclusioni

Il programma ha visto anche la partecipazione di talenti emergenti, con una performance degli studenti della Scuola professionale provinciale ‘Luigi Einaudi’ di Bolzano e l’intervento della stand-up comedian Laura Formenti, finalista di Italia’s Got Talent, capace di strappare sorrisi da temi pesanti.

Un intervento toccante è stato quello di Giovanna, una detenuta nel carcere di Piazza Lanza, che ha condiviso un’esperienza dolorosa riguardo alla violenza all’interno delle carceri. Il professor Stefano Simonetta del Progetto Carcere dell’Università Statale di Milano ha collaborato a questo incontro, evidenziando il legame tra giustizia penale e diritti umani.

Infine, il momento culminante dell’evento è stata la testimonianza di Gino Cecchettin, fondatore della Fondazione ‘Giulia Cecchettin’, che riceverà un ricamo di un ritratto della figlia, realizzato da un detenuto. La campagna si chiude lasciando un messaggio fermo e chiaro: la lotta contro la violenza sulle donne continua, come un’onda incessante, pronta a generare cambiamenti e far sentire le proprie voci.

  • Armando Proietti

    Armando è un giovane blogger esperto di cronaca e politica. Dopo aver studiato Scienze Politiche, ha avviato un blog che analizza e commenta gli eventi politici italiani e internazionali con uno stile incisivo e informativo, guadagnandosi la fiducia di un vasto pubblico online.

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