A predappio si è svolta la cerimonia per l’80esimo anniversario della morte di benito mussolini, avvenuta il 28 aprile 1945 a Giulino di Mezzegra. Circa 150 persone si sono radunate per ricordare il duce nel suo paese natale, con un corteo che ha attraversato vie storiche fino al cimitero di San Cassiano, teatro degli eventi commemorativi.
Il corteo e la partecipazione di gruppi storici a predappio
La manifestazione è iniziata intorno alle 10 in piazza Sant’Antonio, luogo scelto per il raduno dei partecipanti. Dal punto di partenza si è formato un lungo corteo diretto al cimitero di San Cassiano, situato a due chilometri di distanza. Le persone presenti hanno sfilato con simboli e labari legati ai reduci delle forze della Repubblica Sociale Italiana e agli arditi d’Italia. Sono state notate camicie nere, elementi riconoscibili della memoria storica del periodo.
Al corteo hanno preso parte anche le sorelle Orsola e Vittoria, nipoti di Vittorio Mussolini, figlio primogenito del duce. La loro presenza ha aggiunto un legame diretto con la famiglia storica, attirando l’attenzione non solo dei partecipanti ma anche delle forze dell’ordine, schierate lungo il percorso.
Le forze dell’ordine presenti – polizia, carabinieri e polizia locale – hanno garantito il mantenimento dell’ordine pubblico. Il servizio d’ordine è stato coordinato dall’associazione ‘Continuità ideale’, che ha organizzato la sicurezza durante tutta la cerimonia senza registrare incidenti.
Il discorso di orsola mussolini al cimitero di san cassiano
Una volta raggiunto il cimitero di San Cassiano, Orsola Mussolini ha preso la parola in rappresentanza della famiglia. Nel suo breve intervento, ha ringraziato le persone presenti e ha sottolineato come la Repubblica Sociale Italiana “non abbia mai dichiarato guerra a nessun paese, ma si sia limitata a difendere la patria in condizioni difficili.”
Il discorso di Orsola ha ricordato un aspetto spesso dibattuto nei testi storici, ponendo l’accento su questo punto di vista specifico presente tra i sostenitori della Repubblica Sociale. Le sue parole hanno dato un tono riflessivo all’incontro, centrato sul ricordo delle figure militari e civili coinvolte in quel periodo.
Dopo il discorso, si è dato spazio a un momento di raccoglimento e preghiera, con letture specifiche tratte dalle tradizioni di legionari, arditi e ausiliarie. Queste preghiere hanno evocato i valori e i sentimenti di chi ha vissuto quei fatti, mantenendo viva la memoria storica.
Visita in cripta e rituali commemorativi al luogo della morte
A seguire, la cerimonia ha proseguito con la visita alla cripta, luogo simbolico e sacro per la memoria di mussolini e dei caduti della Repubblica Sociale Italiana. Sono stati eseguiti i rituali chiamati “rito del presente”, celebrati in tre occasioni: due per mussolini e una per gli altri caduti ricordati quel giorno.
Durante la cerimonia è stato esplicitamente spiegato che “non è stato eseguito il saluto romano,” accompagnato da una breve motivazione rivolta ai partecipanti. Questa scelta ha segnato il tono della commemorazione, differenziandola da eventi di carattere più politicizzati o conflittuali.
La commemorazione si è conclusa lasciando lo spazio alla riflessione su quanto avvenuto nei giorni finali della seconda guerra mondiale, nel contesto di una memoria che si rinnova a distanza di decenni. I momenti vissuti a predappio hanno richiamato non solo la storia personale del duce ma anche quella di un’epoca complessa, ancora presente nel dibattito pubblico e sociale.