Le festività natalizie, ormai archiviate, hanno lasciato un segno negativo nel commercio romano. I negozianti hanno riscontrato un notevole calo delle vendite rispetto all’anno precedente, un indizio chiaro di un cambiamento nei comportamenti d’acquisto dei consumatori. Mentre oggi si avviano i saldi invernali, i dati sullo shopping natalizio mettono in evidenza un trend di decrescita che alimenta preoccupazioni tra le attività commerciali locali.
Un calo significativo nel fatturato natalizio
Dopo le festività, i dati parlano chiaro. La Confcommercio segnala una riduzione delle vendite di regalo natalizio pari al 10% rispetto al 2022. Anche la Confesercenti conferma questa diminuzione, stimando una flessione compresa tra il 7% e il 10%. I negozianti romani, quindi, hanno dovuto fare i conti con risultati inferiori alle aspettative.
“Solo nell’ultima settimana la situazione è stata positiva,” afferma Valter Giammaria, presidente di Confesercenti, “ma il bilancio annuale mostra segni di crisi.” A Roma, la spesa totale per i regali di Natale si è avvicinata ai 900 milioni di euro, una cifra significativa ma comunque riflesso della crisi che affligge il settore. Una novità emersa in questo contesto è il ritorno dei consumatori nei negozi fisici, con il commercio di vicinato che ha superato le vendite online. Dal 20 dicembre, i cittadini hanno ripreso a frequentare le strade della capitale, rivelando un certo interesse per lo shopping tradizionale.
Il commercio di vicinato in difficoltà
Sebbene vi sia stata una leggera ripresa, il commercio di vicinato non sta vivendo un periodo roseo. “Per noi, il Natale non esiste più,” afferma Federico Mondello, presidente della Cna Commercio Roma, in un’intervista in cui evidenzia la crescente difficoltà delle piccole attività commerciali. Negli anni passati, dicembre rappresentava un momento cruciale per il fatturato annuale, ma oggi si configura come un mese qualsiasi per molte piccole e medie imprese.
Mondello osserva che i consumatori hanno scelto di acquistare per lo più vini, prodotti alimentari e abbigliamento, ma il volume delle vendite delle attività di prossimità ha mostrato segni di crescita molto contenuta rispetto a periodi precedenti. Le nuove abitudini di acquisto degli italiani, sempre più improntate al ricorso all’e-commerce e alla grande distribuzione, stanno riducendo l’afflusso nei negozi locali a favore di sempre più occasioni di vendita che si distribuiscono durante tutto l’anno, non solo nel periodo natalizio.
Difficoltà per i negozi del centro storico
I commercianti del centro storico di Roma sono fra i più colpiti da questa situazione economica. La zona a traffico limitato , che è in vigore tutti i giorni fino alle otto di sera, è al centro delle polemiche tra gli operatori del settore. “Non capisco perché la Ztl continui a funzionare in questo modo con tali restrizioni,” lamenta Massimo Bertoni, presidente di Federmoda Confcommercio. “Con l’arrivo di un milione di turisti e residenti, la situazione per i negozi in centro è drammaticamente peggiorata.”
I commercianti sentono il peso di un calo sostanziale nelle vendite che sembra non avere fine. “Il nostro negozio storico resiste, ma la realtà è che i negozi in centro si trovano in difficoltà,” continua Bertoni. Anche il presidente Giammaria concorda, evidenziando la riduzione del numero di attività commerciali in quest’area, con una chiusura stimata di 200 o 300 negozi. “La situazione nei pressi di via Nazionale è palpabile,” aggiunge, sottolineando come le vendite abbiano subito un racconto severo a causa delle scelte politiche che influiscono su chi opera nel cuore della città.
La combinazione tra il calo delle vendite e le nuove restrizioni del commercio ha creato una tempesta perfetta per i negozianti romani, che stanno cercando di navigare tra le sfide poste dalla crisi economica e dai cambiamenti nei comportamenti d’acquisto.
Ultimo aggiornamento il 4 Gennaio 2025 da Sara Gatti