Il programma dell’Unione Europea che prevede l’obbligo di utilizzo di carburante sostenibile per l’aviazione, fissato al 6% entro il 2030, sta suscitando preoccupazioni tra le principali compagnie aeree europee. Questo obiettivo è percepito come irraggiungibile, in particolare a causa dei costi elevati e della disponibilità limitata di carburanti sostenibili. I leader di alcuni dei maggiori vettori aerei, tra cui Ryanair, IAG, Lufthansa e Air France-KLM, hanno espresso le loro riserve durante un incontro con la Commissione Europea, evidenziando come tali requisiti possano compromettere la competitività dell’industria aerea nel vecchio continente rispetto ai concorrenti globali.
Critiche e preoccupazioni delle compagnie aeree
Durante l’incontro con la Commissione Europea, i dirigenti delle compagnie aeree hanno manifestato il loro disappunto riguardo agli obiettivi proposti per il carburante sostenibile, noto come Saf . Luis Gallego, CEO del gruppo IAG, ha dichiarato che i requisiti potrebbero indurre a rivedere le tempistiche per raggiungere l’obiettivo del 2030, sottolineando l’aumento esponenziale dei costi normativi dal 2014 al 2024, addirittura triplicati. Questa affermazione mette in luce l’impatto negativo che le normative stringenti possono avere sui costi operativi, già elevati, delle compagnie aeree.
Il costo del Saf è attualmente compreso tra tre e cinque volte quello del carburante tradizionale per aerei, e la sua disponibilità sul mercato è limitata, costituendo solo lo 0,3% della fornitura globale di carburante per l’aviazione. Questo costoso combustibile potrebbe rappresentare una spesa significativa per le compagnie aeree, che sono già alle prese con altre pressioni operative e di mercato.
Conseguenze del piano Ue sul mercato globale
La situazione si complica ulteriormente con l’aumento degli investimenti nei combustibili fossili richiesti dal Presidente degli Stati Uniti, che potrebbe influenzare negativamente lo sviluppo del mercato dei carburanti verdi. Le dichiarazioni di Michael O’Leary, CEO di Ryanair, indicano come le grandi compagnie petrolifere abbiano già iniziato a ridurre gli investimenti in Saf, creando così un ulteriore ostacolo per le compagnie aeree europee. La pressione sui costi operativi, combinata con la necessità di rispettare le normative europee sul carburante sostenibile, potrebbe portare a un vantaggio competitivo per i vettori aerei che operano in mercati meno regolamentati, come quelli degli Stati Uniti e di alcune compagnie aeree orientali.
In questo contesto, Carsten Spohr, CEO di Lufthansa, ha avvertito che le compagnie aeree europee potrebbero perdere quote di mercato a favore di vettori dell’Est Europa o di concorrenti statunitensi, i quali non sono vincolati agli stessi requisiti di sostenibilità. Spohr ha suggerito che, analogamente ad altri settori come quello automobilistico, anche l’aviazione potrebbe beneficiare di un alleggerimento delle normative previste per il Saf.
Necessità di un intervento urgente
La richiesta di un intervento critico è stata enfatizzata dai leader del settore, i quali affermano che un approccio più flessibile e una modifica ai requisiti di sostenibilità potrebbero garantire una crescita più sostenibile e garantita per il settore dell’aviazione. Le compagnie aeree sostengono che, qualora non si intervenga immediatamente, l’unica opzione praticabile sarebbe spostare l’obiettivo del Saf 2030, per evitare di compromettere la competizione dell’industria aerea europea su scala globale.
Questo scenario complesso e in rapido cambiamento evidenzia la necessità di un dialogo costante tra i politici e le compagnie aeree, al fine di affrontare le sfide urgenti e trovare soluzioni pratiche per sostenere la transizione verso un’aviazione più sostenibile, senza compromettere le prospettive di crescita delle compagnie aeree europee.