Comune di Caivano: richieste di condanne per oltre 120 anni per un patto tra politica e camorra

Comune di Caivano: richieste di condanne per oltre 120 anni per un patto tra politica e camorra

A Caivano, la Procura Antimafia richiede condanne per 14 persone, tra cui il boss Antonio Angelino, in un caso di corruzione che coinvolge appalti pubblici e politici locali.
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Comune di Caivano: richieste di condanne per oltre 120 anni per un patto tra politica e camorra - Gaeta.it

A Caivano, in provincia di Napoli, un’ombra di corruzione e collusione si è palesata negli ultimi eventi giudiziari. La Procura Antimafia ha avanzato richieste di condanne per ben quattordici persone, per un totale di oltre 120 anni di reclusione. Tra gli accusati, figura il noto boss Antonio Angelino, soprannominato “Tibiuccio“, che rischia di passare i prossimi diciotto anni della sua vita dietro le sbarre, un segnale forte contro l’infiltrazione della criminalità organizzata nelle istituzioni locali.

I dettagli delle accuse

Le indagini che hanno condotto a questa situazione sono il frutto di un’ampia operazione condotta dalle forze dell’ordine, iniziata a novembre 2023 con l’arresto di diciotto persone. Questo episodio rappresenta il secondo atto di una lunga indagine che ha messo in luce un sistema radicato di corruzione, con il clan Angelino al centro della scena. Secondo le accuse, il clan ha avuto la capacità di influenzare gli appalti pubblici, instaurando legami con politici locali.

I pubblici funzionari, tra cui un ex assessore e un ex consigliere comunale, avrebbero fornito informazioni riservate sulle gare d’appalto in cambio di tangenti. Gli imprenditori avrebbero quindi avuto l’obbligo di pagare somme di denaro sia ai politici corrotti che ai membri del clan. Questa operazione si colloca in un contesto ampio di lotta contro la mafia, evidenziando il tentativo delle autorità di ripristinare la legalità nella gestione amministrativa delle istituzioni pubbliche.

Le richieste di pena della Procura

Le richieste di condanna avanzate dalla Procura sono spezzettate e specifiche. Ad avere la pena più alta, ovviamente, è proprio il boss Antonio Angelino, con diciotto anni di carcere richiesti per i suoi atti illeciti. A seguire, le richieste per altre figure di spicco nel clan e in politica:

  • Giovanbattista Alibrico: 10 anni
  • Gaetano Angelino: 14 anni
  • Raffaele Bervicato: 5 anni
  • Domenico Celiento: 4 anni
  • Vincenzo Celiento: 4 anni e 6 mesi
  • Giovanni Cipolletti: 15 anni
  • Domenico Della Gatta: 4 anni e 8 mesi
  • Domenico Galdiero: 6 anni e 6 mesi
  • Raffaele Lionelli: 10 anni
  • Angelo Natale: 6 anni e 8 mesi
  • Carmine Peluso : 6 anni
  • Martino Pezzella: 12 anni e 8 mesi
  • Massimiliano Volpicelli: 6 anni e 8 mesi

Queste richieste rappresentano un passo significativo verso la giustizia e un segnale chiaro che la mafia non può contare sull’impunità e che i legami tra criminalità e politica sono sotto la lente d’ingrandimento delle autorità.

L’impatto sulla comunità e le aspettative future

La situazione a Caivano non è solo una questione di numeri e pene richieste, ma un problema che ha radici profonde nella comunità. I cittadini sono sempre più consapevoli dei danni che la criminalità organizzata porta non solo nei servizi pubblici, ma anche nella vita quotidiana. L’aspettativa è che l’accertamento di queste responsabilità porti a una maggiore trasparenza nel settore pubblico e a una rinnovata fiducia nelle istituzioni.

Il processo è nel pieno svolgimento, e la sentenza definitiva è prevista per all’inizio del prossimo anno. La comunità attende con interesse e trepidazione l’esito di una vicenda che, indipendentemente dall’esito finale, sta già creando ondate di cambiamento e consapevolezza all’interno della popolazione locale. La speranza è che questo possa segnare una svolta significativa nel contrasto alla mafia e nella lotta per un’amministrazione pubblica più pulita e giusta.

Ultimo aggiornamento il 14 Dicembre 2024 da Elisabetta Cina

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